All’indomani della conversione in legge del Dl 17 marzo 2020 che, nella pratica, concede l’immunità in sede civile e penale al datore di lavoro, dirigente e preposto degli appartenenti alle amministrazioni del Comparto Sicurezza e Difesa per la durata dello stato di emergenza da Covid19, non si sono fatte attendere le lamentele del dirigente sindacale della Fsp Polizia di Stato del Fvg, Raffaele Padrone.
“A seguito delle lettere inviate dal mio Segretario generale Valter Mazzetti al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al Capo della Polizia il Prefetto Franco Gabrielli e ai gruppi parlamentari, chiedendo che tale “scudo penale e civile” venga cancellato, ritenendolo un’offesa per uomini e donne dell’interno comparto Sicurezza, non potevamo in Regione non condividere l’iniziativa”, spiega Padrone. “C’è un limite di decenza oltre il quale non si può e non si deve andare”.
“Credo che questo non sia proprio il momento di contrastare gli uomini e donne dell’intero Comparto che, come medici e infermieri, sono in prima linea, al fianco delle altre forze di Polizia”, prosegue Padrone. “Il Paese sta attraversando un momento socio-economico che non ha uguali. La Politica e il Governo dovrebbero interessarsi di chi ha già perso un lavoro e di chi lo sta perdendo. Abbiamo timore che l’ordine pubblico venga gravato da questa situazione che non è più solamente sanitaria. Invece di cosa si preoccupa il Governo? Di convertire il legge un emendamento “scudo” che esclude civilmente e penalmente i dirigenti e i datori degli Uffici da ogni conseguenza sopravvenuta dal Covid-19 agli operatori della Sicurezza. E’ una vergona”, conclude Padrone.