Il nuovo capitolo della crisi di Governo si è aperto questa mattina a Palazzo Chigi, dove si è tenuta la riunione del Consiglio dei Ministri, nel corso della quale il premier Giuseppe Conte ha comunicato ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. I capi delegazione del M5s Alfonso Bonafede, del Pd Dario Franceschini e di Leu Roberto Speranza avrebbero ribadito il loro sostegno a Conte.
Alle 12, il premier dimissionario Conte si è recato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per ufficializzare la decisione. Il confronto con il Presidente Mattarella è durato mezzora circa.
Questa la nota ufficiale del Colle: Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto.
Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
In serata, il Quirinale ha diramato il calendario delle consultazioni, al via mercoledì 27 gennaio alle 17, con il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati; a seguire, alle 18, sarà la volta del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.
Giovedì 28 si parte alle 10 con il Gruppo Parlamentare “Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)” del Senato della Repubblica; alle 10.30-12.30 e alle 16.00-16.45 i Rappresentanti dei gruppi Misti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati; alle 16.45 il Gruppo Parlamentare “Liberi e Uguali” della Camera dei deputati; alle 17.30 i Gruppi Parlamentari Italia Viva – PSI del Senato della Repubblica e Italia Viva della Camera dei deputati; alle 18.30 i Gruppi Parlamentari “Partito Democratico” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
La mattina del 29 gennaio si svolgerà la Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte Suprema di Cassazione. Le consultazioni seguiranno nel pomeriggio alle 16, con i Gruppi Parlamentari “Fratelli d’Italia”, “Forza Italia – Berlusconi Presidente – UDC” e “Lega – Salvini Premier”, i Rappresentanti delle componenti “Idea e Cambiamo” del Gruppo Misto del Senato della Repubblica e “Noi con l’Italia – USEI – e Cambiamo” del Gruppo Misto della Camera dei deputati; alle 17, infine, i Gruppi Parlamentari “Movimento 5 Stelle” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
IL POST DI CONTE. Il premier dimissionario, in serata, ha affidato il suo messaggio a un post su Facebok. Questa mattina ho convocato un Consiglio dei Ministri per comunicare la mia intenzione di dimettermi. Poco dopo mi sono recato al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente Mattarella.
La settimana scorsa, in Parlamento, il Governo ha ottenuto la fiducia in entrambe le Camere, ottenendo la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati e la maggioranza relativa al Senato. Il Paese, tuttavia, sta attraversando un momento davvero molto difficile. Da ormai un anno stiamo attraversando una fase di vera e propria emergenza. Le diffuse sofferenze dei cittadini, il profondo disagio sociale e le difficoltà economiche richiedono una prospettiva chiara e un governo che abbia una maggioranza più ampia e sicura. È il momento, dunque, che emergano in Parlamento le voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica.
Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità: la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale. Serve un’alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista, in grado di attuare le decisioni che premono, per approvare una riforma elettorale di stampo proporzionale e le riforme istituzionali e costituzionali, come la sfiducia costruttiva, che garantiscano il pluralismo della rappresentanza unitamente a una maggiore stabilità del sistema politico.
Questo conta. Che il nostro Paese si rialzi in fretta e possa mettersi alle spalle la pandemia e le tragedie che essa ha arrecato, in modo da far risplendere la nostra nazione nella pienezza delle sue bellezze. Per parte mia, anche in queste ore continuerò a svolgere gli affari correnti fino all’insediamento del nuovo governo. Continuerò a svolgere il mio servizio al Paese, con senso di responsabilità e con profondo impegno.
Sono queste le caratteristiche che hanno caratterizzato il mio operato, quello dell’intero governo e delle forze di maggioranza che ci hanno sostenuto, anche quando i risultati raggiunti e le risposte date non sono apparsi all’altezza delle aspettative dei cittadini.
L’unica cosa che davvero rileva, al di là di chi sarà chiamato a guidare l’Italia, è che la Repubblica possa rialzare la testa. Allora avremo vinto tutti, perché avrà vinto l’Italia. Quanto a me, mi ritroverete sempre, forte e appassionato, a tifare per il nostro Paese.
I COMMENTI DAL FVG. “Un nuovo Governo Conte? E’ uno spettacolo tristissimo per il Paese”, ha commentato, ospite a Mattino 5, il presidente Fvg Massimiliano Fedriga. “Se la logica è avere per la terza volta lo stesso premier, con nuove possibilità di spartirsi gli incarichi, è un problema per il Paese, al di là del colore politico dell’Esecutivo”.
“Siamo in mezzo a una pandemia e a una crisi economica senza precedenti e il problema sono ministri e sottosegretari? Cerco di dirlo in modo asettico, da cittadino, al di là della mia appartenenza alla Lega: serve un Governo con un’ampia maggioranza e un grande mandato politico oppure la strada maestra, e mi auguro sia quella, è chiedere ai cittadini da chi vogliono essere governati”.
“Stiamo lavorando a una tessitura complicata”, è il commento della deputata dem Debora Serracchiani, intervistata a Tagadà su La7. “Il Pd vuole una maggioranza ampia, solida ed europeista per rilanciare l’azione di governo. Conte rappresenta un punto di equilibrio e di sintesi. Assieme abbiamo affrontato anche passaggi molto difficili. Questa crisi resta incomprensibile e irresponsabile, ma le maggioranze si fanno in Parlamento e bisogna fare i conti anche con la delegazione di Italia Viva. A noi non interessa il passato, ma guardiamo al futuro”.
“Pd e M5S sono due gruppi che storicamente sono stati anche molto distanti, ma che per 17 mesi hanno dimostrato di poter lavorare assieme, anche a dossier difficili”, ha detto ancora Serracchiani. “Ora la gestione della crisi spetta al Capo dello Stato ed è giusto seguire la strada che il Presidente Mattarella traccerà. Siamo nel pieno di una crisi sanitaria ed economica: questo per me è il problema vero. Il percorso è strettissimo, ma credo che la priorità sia quella di continuare a lavorare con le categorie alla stesura del Recovery Plan”.
“La scelta di salire al Colle è la presa d’atto di una maggioranza troppo risicata per poter gestire questa fase dell’emergenza. Una fase che è quella cruciale, soprattutto sul versante economico, visto che ci sono da varare i piani per l’utilizzo dei 300 miliardi del Recovery fund, fondamentali per il rilancio di questo Paese”. Il segretario della Cgil Fvg Villiam Pezzetta commenta così le dimissioni del presidente del Consiglio. Ma la situazione che si è aperta, per Pezzetta, deve essere prima di tutto un richiamo al senso di responsabilità di tutte le forze politiche, “di fronte a una crisi le cui ragioni credo sfuggano non soltanto a noi, ma a gran parte dei cittadini”.
L’auspicio è che le dimissioni, arrivate sette giorni dopo la risicata maggioranza strappata in Senato sul voto di fiducia, possano essere l’occasione per “ercare un sostegno più ampio su un programma di Governo che abbia come assoluta priorità la gestione dell’emergenza sanitaria e il varo del piano sul Recovery fund, senza cedere alla tentazione di una crisi al buio o a un ricorso alle urne il cui unico effetto certo sarebbe quello di far perdere al paese tempo e risorse vitali”.
“E’ arrivato il tempo di fare chiarezza e credo si sia finalmente imboccata la strada giusta”, è il commento del presidente di Confartigianato Udine, Graziano Tilatti, sulla crisi di Governo. “L’importante ora è che non ci si accontenti di numeri risicati, che non garantiscono stabilità, ma che si trovi una maggioranza ben definita, in grado di affrontare con determinazione le due partite epocali che ci troviamo a giocare: quella contro la pandemia e quella sul Recovery fund. Sbagliare non è consentito. O questa maggioranza si trova o si restituisca la parola agli elettori, abbiamo già perso abbastanza tempo a occuparci di divisioni, di responsabili e costruttori. Ora bisogna andare avanti, uniti e determinati, cosa che solo una maggioranza forte può fare”.