“Ho firmato una nuova ordinanza che prevede test molecolare o antigenico, da effettuarsi con tampone, per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna – annuncia il ministro della Sanità Roberto Speranza – . Inoltre si aggiunge la Colombia alla lista dei Paesi per cui è previsto divieto di ingresso e transito. Dobbiamo continuare – afferma Speranza – sulla linea della prudenza per difendere i risultati raggiunti negli ultimi mesi con il sacrifico di tutti”.
La situazione
E’ alta l’attenzione sull’evoluzione della pandemia in corso ed è arrivata una stretta per chi arriva da alcuni Paesi come Croazia, Grecia, Malta e Spagna. L’ultimo report (periodo 27 luglio – 2 agosto 2020) pubblicato dal Ministero della Sanità, segnala un anumero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente. L’aumento è soprattutto in persone asintomatiche e l’indice di trasmissione nazionale (Rt), calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1.01. Questo indica che, al netto dei casi identificati attraverso attività di screening e dei casi importati, il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane. Ieri, mercoledì 12 agosto, sono stati segnalati 481 nuovi casi in un giorno, secondo i dati del ministero della Salute, mentre il giorno prima erano stati 412 ieri. Un trend non molto rassicurante.
Preoccupano i casi da importazione, quelli cioè che si scoprono una volta rientrati da un soggiorno all’estero, a livello nazionale e locale. Insomma al momento la situazione epidemiologica è estremamente fluida e pertanto complessa, ma una cosa è certa: l’epidemia in Italia di COVID-19 non è conclusa. Ieri in Fvg si sono registrati nove positivi, di cui sei provenienti da fuori regione.
Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia al termine della riunione con le Regioni ha ribadito che il Governo “vuole assicurare la massima sicurezza” lanciano una proposta alle Regioni “rendere il servizio sanitario territoriale già molto rafforzato dall’impegno comune in grado di garantire tamponi a chi rientra dall’estero, con i risultati entro 48 ore dal rientro del viaggio”.
Balcani osservati speciali
Tanti friulani in questo periodo si trovano in vacanza nella vicina Croazia, Paese che registra un numero significativo e progressivo in crescita di nuovi positivi al Covid ma che al momento non è sulla ‘lista nera’ delle nazioni per cui, al rientro in Italia, chi vi ha soggiornato deve stare in quarantena. Tra questi Paesi, all’interno dell’Unione Europea, al momento ci sono soltanto Romania e Bulgaria, infatti.
Tuttavia l’attenzione verso i Balcani rimane alta (per Kosovo, Montenegro, Serbia è ancora in vigore un divieto di ingresso nel nostro Paese), proprio in virtù dell’evoluzione dell’epidemia e il numero sempre più alto di under 50 che contraggono il virus. I così detti casi da importazione preoccupano in tutta Italia, ma al momento la circolazione rimane libera.
Il presidente Fedriga, attualmente alle prese con l’emergenza migranti provenienti dalla rotta balcanica ieri ha ribadito di essere d’accordo “con l’idea di potenziare il monitoraggio su chi entra in Italia da aree a rischio – quali ad esempio Malta, la Croazia, la Spagna e la Grecia -, ritengo che ciò debba avvenire di pari passo con il blocco degli ingressi irregolari. Sarebbe infatti difficilmente giustificabile imporre il tampone a chi va in vacanza in Croazia e al contempo tollerare ingressi di migranti senza alcun controllo”.
Età media più bassa
Il Covid ora colpisce sempre di più i giovani, forse perchè meno attenti alle misure di contenimento dell’epidemia, o forse perchè più esposti al contatto con gli altri, complice l’estate e la voglia di stare all’aperto con gli amici. In Friuli Venezia Giulia la situazione dei contagi del Covid-19, proprio come a livello nazionale, rispecchia l’evoluzione preannunciata a luglio dall’Ordine Mondiale della Sanità, che aveva messo in guardia sull’abbassamento dell’età media dei positivi.
L’età media dei casi di infezione da SARS-CoV-2 segnalati dall’inizio dell’epidemia è di 61 anni. Andamento che dalla fine di aprile registra un trend in diminuzione, passando da oltre 60 anni dei primi due mesi dell’epidemia, ai 40 anni attuali. Tutto ciò è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane, in parte ad un aumento tra i casi importati e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening e ricerca dei contatti in fasce di età più basse.
Il report settimanale per il Fvg: http://www.salute.gov.it/portale/news/documenti/Epi_aggiornamenti/Friuli-Venezia_Giulia_20200804.pdf