“La conseguenza dell’obbligo vaccinale è che dovremmo licenziare gli italiani che non si vaccinano?”. Se lo è chiesto Massimiliano Fedriga, presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni, rispondendo alle domande di Un giorno da pecora su Radio Uno Rai sull’introduzione di un obbligo in Italia analogo a quello che scatterà da febbraio in Austria.
“Il grande nemico in questo momento non sono i no-vax incalliti, che rinuncerebbero anche al proprio lavoro e sono difficili da convincere, ma la paura, che dev’essere sconfitta con l’informazione. Le istituzioni non hanno avuto grande successo in termini di chiarezza e trasparenza: dobbiamo metterci in discussione e migliorare sul piano comunicativo. Faccio un esempio: ho trovato poco utile mettere testimonial famosi del vaccino in tv, avrei preferito uno spot che spiega come funziona un vaccino a mRNA e quanto è sicuro”, ha aggiunto Fedriga.
Guardando alla situazione in Fvg, Fedriga ha spiegato: “La zona gialla di fatto scatterà dal 29 novembre. Come Regioni abbiamo chiesto un incontro al Governo e ci troveremo lunedì o al massimo martedì per discutere la nostra proposta”. Il successivo passaggio, quello in zona arancione “sarebbe drammatico per l’economia. Abbiamo proposto di mettere in campo misure per tutelare salute e ospedali senza far pagare il prezzo all’economia, ai ristoratori, al turismo e a chi si è vaccinato. La proposta che abbiamo avanzato non è di maggiori restrizioni, ma viceversa di maggior libertà”.
“Abbiamo l’arma del vaccino che sta proteggendo bene dalle ospedalizzazioni: usiamola di più per dare certezze alle attività, affinché possano tenere aperto. L’idea è di non applicare le misure di restrizione della zona a chi è vaccinato o ha già avuto la malattia. In zona arancione, ad esempio, questo permetterebbe di tenere aperti gli impianti di risalita, sarebbe inaccettabile chiuderli anche quest’anno. Abbiamo – ha detto Fedriga – circa il 15% di persone non vaccinate, ma queste da sole comportano il 70% delle ospedalizzazioni. L’adesione alla terza dose è un altro fattore fondamentale per resistere in questo momento difficile”.
Tra le altre richieste al Governo c’è poi quella di maggiori controlli al confine: Austria e Slovenia sono nel pieno della quarta ondata. Il minimo che possiamo fare è una verifica del Green Pass per chi entra nel nostro Paese.
“Ricevo quotidianamente minacce da parte dell’estremismo antiscientifico no-vax: vorrei dire a queste persone che non mi diverto a parlare di restrizioni e Green Pass. Ogni giorno cerco di fare, coi miei limiti e i miei errori, il meglio per la mia gente. Mi additano come se io fossi il nemico, minacciano di ammazzarmi, dicono che sono al soldo di Big Pharma: non è dibattito, è follia. Mi affido agli organi scientifici internazionali, non m’improvviso virologo: la competenza di queste persone dice che l’unica vera soluzione è il vaccino”.