Il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, non ha ancora sciolto le riserve. Sta valutando se ricandidarsi alla guida della città per il centrodestra: “Sono stanco e demotivato. Udine è una città difficile”.
Lo sfogo del primo cittadino, ai microfoni di Telefriuli, questa mattina, a margine dell’inaugurazione del nuovo intervento ai marciapiedi di viale Cadore.
“Abbiamo fatto tante opere per questa città. Penso – ha detto – alla rivoluzione di via Mercatovecchio. Ma Udine si è rivelata un po’ ingrata nei confronti del proprio sindaco e qualche volta non riconosce quello che si è fatto…”.
Tra i motivi di delusione, al centro anche di commenti sui social, la presenza di qualche dipendente comunale a eventi del centrosinistra. “Mi ha dato fastidio la partecipazione a iniziative smaccatamente contro questa Amministrazione. Non è una bella cosa. Certo, ognuno ha le proprie idee ed è libero di esprimerle, ma quando si lavora in un ente pubblico bisognerebbe astenersi dall’organizzazione di manifestazioni politiche contro l’attuale Amministrazione”.
Le dichiarazioni del Sindaco hanno immediatamente fatto scattare le reazioni politiche. Nell’area di centrodestra regnano, al momento, attesa e silenzio. Dalla parte opposta, invece, i commenti non si sono fatti attendere.
Tra i primi a intervenire sono stati i consiglieri del MoVimento 5 Stelle. “Definire Udine, e di conseguenza i suoi cittadini, una città difficile e ingrata appare singolare” scrive Maria Rosaria Capozzi . “Forse sarebbe stato sufficiente rapportarsi con meno supponenza e più capacità di ascolto, lo spunto per risolvere i problemi in maniera rispondente li abbiamo resi continuamente, come su via Mercatovecchio o l’ex Dormisch, ma dall’altra parte c’è stato sempre un muro e una cieca visione”.
“Comprensibile per un pensionato che nella vita si è occupato sempre delle stesse cose”, commenta il consigliere grillino Domenico Liano. “Ora – aggiunge quasi esternando il suo appoggio alla candidatura di Alessandro Venanzi – speriamo che Udine passi in mano a un quarantenne giovane, motivato e capace”.
Federico Pirone, capogruppo di Innovare, fa i complimenti per l’autocritica al sindaco: “Dopo aver detto che la Giunta da lui nominata non è all’altezza, dopo aver attaccato i suoi dipendenti e aver oggi comunicato che la città non è grata, mi fa piacere che il sindaco tiri le somme del suo operato”.
Secondo Lorenzo Patti, capogruppo di ‘SiAmo Udine’, a penalizzare l’operato di Fontanini è stato il mancato confronto. “Più volte, come gruppo di opposizione, abbiamo consigliato al sindaco di cambiare rotta sull’approccio con i cittadini e con i pubblici uffici. Gestire il più grande comune friulano senza un confronto o un progetto di crescita ha portato le dovute conseguenze. Amministrare Udine non è come amministrare la Provincia in quanto le competenze e le tematiche da trattare sono ben distinte. Concentrarsi esclusivamente sul tema della sicurezza non ha portato i risultati tanto sperati”.
Nel Partito Democratico il primo a esprimersi sui social è stato Salvatore Spitaleri. “Ritengo che Fontanini dovrebbe essere riconoscente ai cittadini udinesi e consapevole che non era nelle sue corde amministrare una città”.
“Era certo più adatto al taglio nastri, alle letterine sui contributi, alle comode poltrone di palazzo Belgrado”, aggiunge il dem. “Ora, tutte le forze sociali, politiche, culturali, associazioni e cittadini possono insieme pensare ad una alternativa”.
A Spitaleri si è aggiunto subito dopo anche il commento di Alessandro Venanzi: “Fare il sindaco è una vocazione, quando così non è, il bluff si vede subito. Fontanini è capitato a Udine per caso, per ripiego, per completare una carriera politica pensando che facendo il sindaco fosse un’esperienza defaticante. È l’esatto contrario. Fare il Sindaco di una città come Udine vuol dire impegnarsi 24 ore al giorno e aver voglia di dare tutto alla propria comunità. Lo si deve fare con energia e capacità di programmazione. Udine ha bisogno di cogliere la sua opportunità con un respiro almeno decennale”.