“Il gruppo regionale di Forza Italia ha intrapreso la strada giusta, rivolgendosi alle civiche: è il modello da seguire di quanto il presidente Berlusconi ha indicato lanciando l’idea di Altra Italia, che significa qualcosa di aggiuntivo, non un nuovo partito”. Lo ha detto il senatore Maurizio Gasparri, referente nazionale enti locali di Forza Italia, nella sala Tessitori del consiglio regionale, incontrando il gruppo consiliare regionale espressione del partito, organizzatore dell’incontro (rappresentato dal capogruppo Giuseppe Nicoli e dal presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin), nonché il vicegovernatore Riccardo Riccardi, i deputati Sandra Savino e Roberto Novelli, il senatore Franco Dal Mas, dirigenti e numerosi amministratori territoriali.
“Il partito dovrà ripartire dalla sua strutturazione nel territorio – ha aperto gli interventi Zanin -, dobbiamo aggregare il mondo civico e qui abbiamo cominciato a farlo, costituendo un’alleanza centrista che può guardare al 20 per cento dei consensi e contando sulla classe dirigente di amministratori che abbiamo saputo mantenere”.
Nicoli ha illustrato a Gasparri e agli amministratori in sala i prossimi impegni d’Aula: “Dopo una grande riforma sanitaria – ha ricordato – nel 2020 porteremo avanti una norma che porterà grandi novità e innovazione per il mondo del commercio e delle attività produttive, Sviluppo Impresa, e affronteremo i temi delle infrastrutture e della pianificazione territoriale, da attualizzare e modernizzare considerando che il piano regolatore regionale risale al 1978”. Il capogruppo in consiglio comunale a Trieste, Alberto Polacco, ha osservato come Forza Italia sia “radicata nel territorio e riceverà un’ulteriore spinta dall’alleanza con il mondo civico”.
Anche Riccardi ha sottolineato il radicamento nel territorio come base per il futuro del partito: “Nelle ultime competizioni elettorali, il risultato è stato garantito per metà dalla fedeltà al partito e al presidente, per l’altra metà dalle preferenze ai candidati. I vertici regionali sono scelti dalla base e non dall’alto”.
La coordinatrice regionale di Forza Italia, Sandra Savino, a tal proposito ha messo in evidenza come “ho visto crescere questi amministratori e sindaci e resto più che mai convinta di continuare, senza perdere nessuno di loro”. Parola, quindi, ai sindaci di Buja, Duino Aurisina, Fanna, Sequals e Vivaro, nonché a rappresentanti dell’associazionismo. Dopo averli ascoltati sulla situazione degli enti locali e su quanto Forza Italia rappresenta le esigenze del territorio, Gasparri ha riconosciuto il radicamento del partito a livello locale nel Friuli Venezia Giulia.
“Ripartire da un partito organizzato e che nelle regioni guardi alle civiche – la ricetta del senatore Gasparri -, perché di noi c’è bisogno, in quanto portatori di cultura di governo. Qui siete riusciti a resistere, merito degli amministratori e delle persone che hanno dimostrato che abbiamo delle qualità. Un lavoro sul territorio che va continuato: sarò al vostro fianco per supportarvi nel quotidiano. A livello nazionale, va trovata una propulsione comunicativa, trovando elementi che ci diano la possibilità di essere presenti nei media”.
Inevitabile, considerando la presenza del senatore Gasparri alla cerimonia per il Giorno del ricordo a Basovizza, il riferimento di tutti gli intervenuti al ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo italiano. “Noi ci comportiamo in maniera istituzionale, di buonsenso, non violenta – ha aggiunto Savino -, ma non possiamo fare più finta di niente davanti al perpetrarsi di negazionismo e contrapposizioni: chiedo al senatore Gasparri di farsi parte attiva per togliere la benemerenza italiana al maresciallo Tito: lo devo a tutti gli infoibati e, come donna, in particolare a Norma Cossetto”.
Stigmatizzata dai presenti, in particolare, la “protesta” inscenata dalla delegazione del Pd: “Ero intervenuto quale rappresentante istituzionale – ha concluso Gasparri – e come tale ho articolato il mio discorso, inappuntabile sul piano del merito e gran parte tratto dalle parole del Presidente della Repubblica Mattarella. Evidentemente loro si ritengono i detentori della verità”.