Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno trovato l’accordo. Un nuovo esecutivo giallorosso si appresta, quindi, a vedere la luce, dopo giornate convulse di trattative, caratterizzate da un’alternarsi di passi avanti e bruschi stop.
“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per le 9.30 di giovedì, al Palazzo del Quirinale, il professor Giuseppe Conte”. Con questa nota si è concluso ufficialmente il secondo giro di consultazioni per trovare una soluzione alla crisi di Governo. Una fase di stallo e incertezza che, per ferma volontà del Capo dello Stato, dovrebbe quindi risolversi in tempi brevi.
Gli ultimi nodi sembrano essere stati sciolti in giornata e, nel pomeriggio, i due attori protagonisti, Pd e M5S, al Presidente Mattarella hanno manifestato la propria disponibilità, questa volta chiara, a formare un nuovo Governo.
“Abbiamo riferito al Presidente di aver accettato la proposta del M5s d’indicare, in quanto partito di maggioranza relativa, il nome del presidente del Consiglio dei Ministri”, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti, al termine delle consultazioni. “Abbiamo altresì confermato risolutamente l’esigenza di costruire un governo di svolta e discontinuità. Non c’è alcuna staffetta da proseguire e non c’è alcun testimone da raccoglie ma, semmai, una nuova sfida da cominciare”.
“Il nuovo governo porterà – ha concluso il segretario – l’inizio di una nuova stagione, civile, sociale e politica, che metta fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura”.
“C’è un accordo politico con il Pd per Conte premier”, ha confermato Luigi Di Maio, leader del M5S. “Noi siamo sempre stati un movimento post ideologico, abbiamo sempre pensato che non esistano schemi di destra o sinistra, ma solo soluzioni. Il ruolo di Giuseppe Conte offre garanzie sul programma che vogliamo realizzare, che sarà quello per il quale gli italiani ci hanno dato il loro voto il 4 marzo 2018”, ha proseguito Di Maio.
“Si sono alimentate tante polemiche sulla mia persona – ha poi rilevato – e mi ha sorpreso che in una fase così delicata qualcuno abbia pensato al sottoscritto piuttosto che al bene del Paese. La Lega mi ha offerto di propormi come premier per un nuovo Governo. Li ringrazio con sincerità, ma con la stessa sincerità dico che penso al bene di questo Paese e a non me. Come capo politico – ha aggiunto – chiederò che il percorso di formazione del nuovo Governo parta dalla redazione di un programma omogeneo. Solo dopo si potrà decidere chi sarà chiamato a realizzare le politiche concordate e su questo chiediamo che si rispettino alle prerogative del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio”.
Resta però un’incognita sullo sfondo: ci sarà o meno il voto attravero la piattaforma Rousseau? Di Maio, alla vigilia delle consultazioni, lo aveva annunciato ma, dopo l’incontro con il Capo dello Stato, non ne ha fatto cenno. Quello della consultazione della base grillina era uno dei nodi che aveva rischiato di far saltare la trattativa; l’idea non era piaciuta nè ai Dem, nè tantomento al Colle.
GLI ALTRI GRUPPI. Un sostegno al progetto M5S-Pd è arrivato anche da Leu: “Abbiamo confermato la nostra disponibilità a verificare le condizioni per dare vita a un nuovo governo di svolta. Non abbiamo posto nessun veto nè pregiudiziale sui nomi”.
“Ci auguriamo che nasca un nuovo governo con una forte inclinazione europeista, attenzione particolare per le minoranze linguistiche e le regioni a statuto speciale, con una parte significante di moderati”, ha detto Julia Unterberger, presidente del gruppo per le Autonomie al Senato. “Ho anche sottoposto la mia preoccupazione per il fatto che si parli solo di ministri maschi: l’Italia oggi dovrebbe avere una quota rappresentativa di donne nel nuovo governo”.
“Alla fiducia ci asterremo e poi ci regoleremo di volta in volta: non diamo la fiducia in partenza al governo, non escludendo la possibilità di un appoggio esterno senza poltrone”, questa la posizione della SVP.
LE OPPOSIZIONI. Di tutt’altro tenore le dichiarazioni di Matteo Salvini che, al termine delle consultazioni, ha sottolineato: “Conte ha trovato la maggioranza su indicazioni del G7. Sta arrivando il Monti bis. Dal Pd, partito incredibile, ci si aspetta di tutto in nome della poltrona”, ha affermato il leader della Lega. “Parlano di discontinuità con lo stesso presidente del Consiglio e gli stessi ministri”.
“Secondo il rituale siamo stati rapidi, precisi, diretti e onesti fino in fondo con il presidente Mattarella, cui abbiamo espresso lo sconcerto non della Lega, ma di milioni di italiani rispetto al teatrino della guerra delle poltrone che si verifica da giorni”, ha detto ancora Salvini. “La verità vera è che 60 milioni di italiani sono ostaggio di 100 parlamentari che hanno paura di mollare la poltrona”.
“Abbiamo manifestato al Presidente della Repubblica la necessità di ridare la parola agli italiani e la preoccupazione per il pericoloso scenario che sta delineandosi”, sono state le parole di Silvio Berlusconi. “Quella che sta nascendo tra M5s e Pd è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ai grandi problemi lasciati sul tappeto dall’esecutivo dimissionario”, ha aggiunto il leader di Forza Italia, sottolineando come il suo partito “non potrà che stare all’opposizione” .
“Per noi l’unico sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere e il ritorno alle urne”, ha detto Giorgia Meloni. “Abbiamo chiesto a Mattarella di valutarlo anche nel caso in cui M5S e Pd confermassero la loro volontà di procedere verso il ‘patto della poltrona’, che è un inganno. Scenderemo in piazza se questo governo dovesse nascere: a piazza Montecitorio il giorno della fiducia”, ha chiosato la leader di Fratelli d’Italia.