È dal centro storico che ha preso avvio una nuova strategia di rilancio della città di Udine, affinché torni a essere aggregatore economico, sociale e morale di un territorio molto più ampio, come è nelle intenzioni del sindaco Pietro Fontanini.
Può trarre un primo bilancio di questi due anni di amministrazione? “L’abbiamo affrontato con grande impegno, perché è proprio nel primo biennio che vanno fatte le scelte più importanti che porteranno a risultati concreti e duraturi nell’arco del mandato. Ne voglio citare tre, in particolare. La prima è la pedonalizzazione di via Mercatovecchio che è stata decisa dopo un periodo sperimentale di riapertura al traffico veicolare che ha avuto un esito negativo. Abbiamo così deciso per la definitiva pedonalizzazione, escludendo anche il passaggio dei mezzi pubblici e ridefinendo il progetto di rifacimento della via e dell’arredo urbano. Il secondo punto del programma riguarda la sicurezza. Abbiamo voluto fronteggiare la deriva di una città diventata nell’opinione pubblica una meta di immigrati clandestini e richiedenti asilo. Per quanto di nostra competenza siamo partiti dal ripristinare il servizio di polizia municipale recuperando il personale dall’Uti e affidandolo a un nuovo comandante. La situazione della sicurezza in città, ovviamente, è un tema su cui continuiamo a lavorare. Un terzo argomento che abbiamo posto come prioritario è quello ambientale, con la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, sul quale dopo l’avvio molti scettici si stanno ora ricredendo, e con investimenti sulle aree verdi, in particolare con la creazione di un bosco urbano al posto dell’ex caserma Piave”.
Torniamo al tema della sicurezza: perché borgo stazione continua a essere al centro della cronaca nera? “L’ordine pubblico della zona deve essere assicurato dalle forze di polizia, noi possiamo essere da stimolo e da supporto. Ma stiamo facendo anche altro: stiamo investendo per potenziare l’illuminazione e il sistema di videosorveglianza”.
La Fase 3 vi ha fatto ripensare la strategia per il centro storico? “La chiusura di alcune vie del centro nel fine settimana e la messa a disposizione di superfici esterne per gli esercizi pubblici stanno dando grandi soddisfazioni a tutti, dimostrando come questa sia una strada utile a far tornare Udine un punto di aggregazione per un bacino territoriale molto ampio. Una strada che intendiamo continuare a percorrere, a partire dal programma di eventi musicali previsto per luglio e agosto, per poi passare a settembre con Friuli Doc, in un’edizione ovviamente adattata alle esigenze sanitarie”.
Una battuta sintetica per ognuno dei seguenti nodi. Partiamo dagli attraversamenti ferroviari. “La soluzione è nelle mani di Rfi, ma i primi risultati stanno arrivando con lo spostamento di alcuni convogli sulla linea esterna alla città”.
Rotonde di viale Venezia. “Le faremo perché le rotonde funzionano, come già dimostrato sugli altri assi importanti di viale Palmanova e viale Trieste”.
Crematorio di Paderno. “Un capoluogo come Udine ha bisogno di una struttura moderna e quello precedente nel cimitero di San Vito era del tutto inadeguato. Abbiamo scelto il luogo più decentrato che era possibile con economie di spesa dal momento che a Paderno esiste già la sala del commiato”.
Autobus. “Con lo spostamento dell’asse del sistema di trasporto pubblico al di fuori del centro storico ovviamente vanno ridefinite tutte le linee. Inoltre, abbiamo chiesto alla Saf-Tpl Fvg di introdurre l’utilizzo di autobus elettrici per le vie centrali”.
Come si sostiene l’economia del centro storico? “Il commercio sopravvive se il centro attira persone e, da parte loro, gli imprenditori devono saper distinguere la propria offerta rispetto alla grande distribuzione e ai centri commerciali esterni alla città. Da parte nostra i provvedimenti adottati, dalla pedonalizzazione al calendario degli eventi, vanno in questa direzione. Inoltre, fanno ben sperare alcuni investimenti di privati: palazzo Eden, palazzo Dorta e lo studentato in via Manin per citare solo i principali. Sono certo che nell’arco di dieci anni il centro della città ricomincerà ad attirare anche persone che vogliono stabilirsi definitivamente”.
Udine può avere ancora un ruolo di capitale? “Ogni tanto mi sembra di rimanere solo in questa battaglia, ma non è solo la città di Udine a rischiare di perdere il proprio peso politico, sociale ed economico. In una regione duale come la nostra si è creato uno sbilanciamento eccessivo a favore di Trieste. Non è solo Udine, quindi, a dover recuperare un proprio ruolo bensì l’intero Friuli, e Udine, come capitale, deve tutelare gli interessi del Friuli”.
Il rilancio di Udine parte dal cuore
È dal centro storico che ha preso avvio una nuova strategia di rilancio della città di Udine, affinché torni a essere aggregatore economico, sociale e morale di un territorio molt...
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