Ieri, nel gruppo chiuso “Noi di Udine…”, su Facebook, è apparso un commento in relazione a un articolo di Open intitolato ‘I dati sugli stupri degli stranieri’, scritto dal giornalista friulano David Puente e nel quale, fra le altre cose, si precisa che i numeri delle violenze sessuali avvenute in Italia si basano solamente sulle denunce, non sulle sentenze.
All’articolo, un utente – tale Ci Erre – ha commentato attaccando il giornalista con la seguente frase: “Con il dovuto rispetto, chi ha scritto questo articolo è uno di quelli che ammirano Carola (Rackete, ndr). Gli auguro di avere una figlia o una sorella stuprata da uno di quei bei ragazzi che manteniamo nelle caserme e poi aspettare i tre gradi di giudizio per dichiararlo colpevole. Gli stranieri sono il 10% della popolazione e commettono il 70% dei reati […]”.
Lo screenshot della discussione (in seguito rimossa) è arrivato allo stesso debunker udinese che ha, quindi, provveduto a contattare l’autore scoprendo che dietro al nickname Ci Erre si cela Roberto Contessi, il presidente di Ance Fvg. Secondo quanto riferito da Puente, Contessi non avrebbe fatto nessun passo indietro su quanto espresso sui social e avrebbe giustificato quanto scritto come un’iperbole utile a capire il suo punto di vista.
E’ lo stesso presidente di Ance Fvg a confermare a Telefriuli la conversazione avuta via Messenger con Puente: “Ho cercato di spiegare il senso delle mie parole, precisando che il mio era solo un paradosso”. Il presidente regionale dell’Ance riferisce anche di essere molto dispiaciuto che nella bufera sia stata trascinata l’Associazione che rappresenta, che nulla c’entra con la vicenda.
“Mi dispiace che quanto ho pubblicato sia stato frainteso” spiega Contessi. “Mi sono espresso male, avrei fatto meglio a non scrivere nulla. Sia chiaro, non augurerei a nessuno che gli venga stuprata la figlia. Volevo solo che una volta tanto l’attenzione fosse spostata sulle vittime delle violenze, anziché sui carnefici”.
“Quando si parla di stupri, le vittime finiscono quasi sempre per passare in secondo piano – prosegue il presidente regionale -. La mia volontà era quella di riportare l’attenzione su chi subisce. Le mie parole sono state riprese e mi rendo conto che hanno assunto un significato diverso da quello che volevo dargli. Lette così, portano anche me a dissociarmi. Lo ribadisco – conclude Contessi: non augurerei a nessuno lo stupro della figlia, chi mi conosce bene lo sa”.
Sulla vicenda, resa pubblica dallo stesso giornalista di Open, è poi intervenuta anche l’Ance nazionale che con un tweet ha voluto esprimere massima solidarietà a David Puente. “Ance – si legge – prende netta distanza da ogni espressione offensiva o violenta in quanto incompatibile con i valori associativi e con i principi del nostro Codice Etico al rispetto dei quali sono tenuti tutti gli associati, a partire dai vertici”.