Due giorni prima del D-Day della politica italiana, ovvero le elezioni per il rinnovo del Parlamento, si terrà un nuovo Sciopero mondiale per il clima. Il movimento giovanile dei Fridays for Future è pronto quindi a scendere nuovamente in piazza. Saprà e vorrà, però, anche recarsi, due giorni dopo, nei seggi elettorali? Difficile prevederlo, soprattutto perché tra gli attivisti serpeggia una certa delusione per la mancanza, salvo poche e tiepide eccezioni, delle tematiche climatiche nei programmi elettorali dei partiti in lizza.
Ed è il sentiment che conferma anche Anna Postorino, referente dei Fridays for Future di Gorizia. Residente nel capoluogo isontino, ha 23 anni e studia Tecnica della riabilitazione psichiatrica all’Università di Trieste.
Con che spirito state assistendo alla campagna elettorale? “Abbastanza preoccupati e delusi, in quanto quasi tutti i partiti non nominano mai le parole ‘crisi climatica’ nei loro programmi e non lo ritengono un punto fondamentale”.
Tra le proposte dei vari partiti, quali vanno nella direzione che voi chiedete? “Nessun partito effettivamente dice quello che diciamo noi, ma alcuni si avvicinano parecchio anche se con proposte poco radicalizzate. I partiti che mi vengono in mente più ‘vicini’ alle nostre richieste sono Sinistra Italiana, Europa Verde, Unione Popolare e Movimento 5 Stelle”.
Quali proposte mancano quindi e quali voi vorreste proporre alla politica? “Mancano diverse proposte secondo noi fondamentali. Negli ultimi giorni abbiamo fatto uscire la nostra ‘Agenda Climatica’ con cinque punti che vorremmo che i partiti o comunque i governi prendessero in considerazione. Individuiamo come punti fondamentali che dovrebbero entrare nel dibattito politico i trasporti, l’energia, l’acqua, il lavoro e l’edilizia assieme alla povertà energetica. All’interno di questa agenda abbiamo fatto anche una stima delle risorse e dei fondi necessari per attuare le nostre proposte, talvolta anche confrontando le ipotesi e i loro costi con proposte attualmente in atto, per esempio il Superbonus 110 per cento”.
Temete che lo shock energetico faccia fare passi indietro rispetto alla difesa dell’ambiente? “Sicuramente non sta aiutando, basti vedere che oggi tutti i governi europei parlano nuovamente di gas, che sappiamo essere altamente inquinante e che si dovrebbe abolire per attuare una vera transizione energetica. Anche nell’attuale campagna elettorale sentiamo molto spesso parlare di rigassificatori e nucleare. Quest’ultimo, benché possa rappresentare una delle soluzioni alla crisi climatica, è uno specchietto per le allodole in quanto attualmente in Italia non abbiamo centrali e per costruirne una ci vogliono circa almeno 7-8 anni e sappiamo benissimo che non abbiamo tutto queste tempo e che bisogna attuare la transizione ecologica subito”.
Quanti suoi coetanei, secondo lei, il 25 settembre andranno a votare? A questa domanda posso solo rispondere a titolo personale in quanto non abbiamo un’opinione collettiva all’interno dei Fridays for Future. Spero che andranno a votare tutti o quasi tutti, dato che nell’ultimo periodo sempre di più gli effetti della crisi climatica sono sotto i nostri occhi e probabilmente questa cosa ha spaventato un bel po’ di persone”.
Avete in programma una nuova stagione di iniziative? “Sì, il 23 settembre si terrà lo sciopero mondiale per il clima”.