Un ‘regolamento bavaglio’ per le associazioni monfalconesi. Così lo definiscono alcuni consiglieri di minoranza di Monfalcone che puntano il dito su due articoli che costituiscono “un’inaccettabile limitazione della libertà di espressione”. E presentano un’apposita interrogazione.
Si tratta dell’articolo 3 comma 2 e dell’articolo 9 del provvedimento adottato nel 2013. Il regolamento punta a evitare che i dipendenti, anche in ambito privato, possano comportarsi in modo da ledere l’immagine del Comune. Gli articoli sarebbero stati ripresi anche nei moduli di accettazione del contributo comunale sottoposti alle associazioni. Da parte sua il Sindaco si difende chiarendo come “gli articoli siano stati posti solo in alcuni casi e con determinate realtà che rappresentano il comune di Monfalcone o che hanno un rapporto contrattuale”. In pratica chi rappresenta il comune, come la Banda civica o il coro, oppure associazioni che organizzano eventi su esplicita richiesta comunale devono attenersi al regolamento comportamentale dei dipendenti.
“In caso di mancato rispetto degli impegni assunti, il contributo potrà essere revocato”, rincara la minoranza con Fabio Delbello, Annamaria Furfaro, Omar Greco, Elisabetta Maccarini, Lucia Giurissa e Gianfranco Zorzin che hanno sottoscritto l’interrogazione. “Un altro consigliere avrebbe voluto votarla – precisano i firmatari – ma non l’ha fatto per paura di una ritorsione nei confronti dell’associazione di cui è presidente”.
Secondo l’opposizione, l’atto non meriterebbe nemmeno grande attenzione “tanto è palese l’incongruenza e l’illegittimità di estendere a libere associazioni obblighi che sono propri dei dipendenti”. Tra le richieste dei consiglieri, esposte nell’interrogazione, c’è anche quella di eliminare dai documenti le parti incriminate “che riteniamo incostituzionali”.
“Nessun bavaglio alle associazioni da parte del Comune di Monfalcone, anzi massimo supporto ai sodalizi che operano in città”, replica direttamente il sindaco Anna Maria Cisint, che bolla come una polemica sul nulla l’impegno a rispettare le disposizioni contenute nel Codice generale di comportamento del Comune.
“Alle associazioni abbiamo in questi tre anni incrementato i contributi, abbiamo co-organizzato molti eventi, garantendo un supporto o la gratuità del Teatro, abbiamo anche acquistato beni in comodato gratuito per l’effettuazione della loro attività. Purtroppo, non è la prima volta che vengono strumentalizzate o inventate delle notizie”, commenta il sindaco. E prosegue: “Il Codice di comportamento, che non ha stilato questa amministrazione comunale, ma è stato approvato nel 2014 dalla giunta Altran, è una sorta di ‘patto reciproco’, come esiste in qualsiasi rapporto di lavoro. Come in tutte le prestazioni di servizio e le situazioni in cui il Comune affida un incarico, tra i doveri c’è il mantenimento del rispetto da parte del soggetto affidatario e dei suoi dipendenti. Credo che il nostro ufficio abbia esteso un po’ di più il raggio di questa interpretazione”.
Emblematico è il caso della Banda: “Vero è che la Banda Città di Monfalcone, per la quale il Comune eroga dei contributi per l’acquisto delle divise e degli strumenti, rappresenta l’amministrazione. In questo caso, come per tutti i dipendenti e per coloro che rappresentano l’ente, vale il codice di comportamento. Ma non è assolutamente la stessa cosa per le associazioni che collaborano con il Comune. È stato montato un caso, come spesso fa questa minoranza, perché non ha altri argomenti a cui aggrapparsi”, conclude.