“Se sei contro l’antisemitismo non inviti a Trieste un personaggio come Maria Schmidt, criticata dallo Yad Vashem per il suo coinvolgimento nel controverso nuovo museo dell’Olocausto di Budapest e per le sue teorie riduzioniste e giustificazioniste. E proprio nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia a esibirsi con l’Internazionale Sovranista a spese degli italiani, davanti alle scolaresche di Trieste”. È la denuncia lanciata dalla deputata Debora Serracchiani all’indomani del convegno “Il Muro di Berlino trent’anni dopo”, organizzato dalla Regione Fvg nel Palazzo di piazza Unità a Trieste, che commenta al contempo le affermazioni del presidente Fedriga da Israele, in condanna dell’antisemitismo.
“Un convegno dedicato alla caduta del muro di Berlino – la parlamentare dem – è l’occasione per dar voce a personaggi come Maria Schmidt e Ryszard Legutko che, sotto ai titoli professorali, sono noti per le loro posizioni omofobe e illiberali o per le interpretazioni distorte dell’Olocausto. In un parterre dove faceva da padrone di casa il vice effettivo di Fedriga, l’assessore Roberti, accanto a docenti italiani che da sempre guardano a destra, gli ambasciatori più fedeli del sovranismo di Visegrad hanno offerto la visione del pensiero unico al potere sponsorizzata dalla Regione”.
“Maria Schmidt è una stretta collaboratrice – continua Serracchiani – e ‘storica di corte’ del premier Orban, nei cui scritti si trovano riferimenti al ‘complotto mondiale giudaico-comunista’ e la difesa della cosiddetta “vera democrazia maggioritaria” contro la corruzione globalista sponsorizzata dal mostro Soros. Legutko è un eurodeputato polacco del partito conservatore al potere, co-presidente assieme a Raffaele Fitto (FdI) del gruppo dei Conservatori e riformisti (Ecr) al Parlamento Ue. Per lui “l’Unione europea riflette l’ordine e lo spirito della liberal-democrazia nella sua versione più degenere”, mentre omosessuali, africani e femministe sono “culture di moda”, che agiscono in modo “tirannico””.
“I portatori di queste idee hanno parlato davanti a una delegazione di studenti delle scuole superiori di Trieste, grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Da chiedersi – conclude Serracchiani – se sia stato condiviso l’indirizzo decisamente politico dato a quello che si fatica a chiamare convegno”.
“Serracchiani vorrebbe censurare chi parla di famiglia e di Patria, chi condanna il comunismo, chi osa criticare questo modello di Unione Europea”, replica il governatore Massimiliano Fedriga. “Questo è il concetto di democrazia a cui ambisce il Pd. Non solo. La deputata si è indignata perché al convegno “Il muro di Berlino trent’anni dopo” erano presenti degli studenti. Insomma ai ragazzi, per l’esponente della sinistra, non bisogna raccontare i crimini del comunismo. Evidentemente Serracchiani e compagni vogliono portare nelle scuole solo la teoria gender e finanziare le associazioni dei negazionisti e riduzionisti del dramma delle foibe, cose che peraltro hanno fatto quando erano al governo della Regione”, conclude Fedriga.
“Questo è Fedriga presidente: la propaganda come metodo di governo e la menzogna come contenuto. Si chiama ‘regime’. Anche nel caso del convegno sovranista organizzato dalla Regione Fedriga parla d’altro e lancia accuse fuori dal mondo: risponda nel merito e dica come ha scelto i relatori del convegno, tutti allineati a destra e alcuni emanazione diretta di governi d’ultradestra, con posizioni imbarazzanti sull’Olocausto e omofobi dichiarati”. È la contro-replica di Serracchiani al presidente Fvg che, nella polemica sul convegno dedicato al Muro di Berlino, l’accusa di voler “censurare chi parla di famiglia e di Patria, chi condanna il comunismo”.
“Dichiari Fedriga che i suoi colleghi al Senato hanno sbagliato – aggiunge la parlamentare – a non votare la commissione Segre, a non alzarsi e applaudire una sopravvissuta ai Lager. Ora perfino Salvini deve fare marcia indietro su quella scelta ingiustificabile, dopo aver parlato delle minacce che riceve lui, povero indifeso, come la Segre”. Per Serracchiani “la differenza è tutta qua: noi difendiamo il pluralismo delle idee, anche quelle da proporre agli studenti, mentre Fedriga ha una sola verità e la impone con la forza delle istituzioni”.