E’ in corso una riorganizzazione della Polizia di Frontiera, che prevede complessivamente una riduzione degli Uffici in Italia, con passaggio delle competenze alle Questure o accorpamenti. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, oltre a una riduzione dell’organico per tutti gli uffici, è stato programmato l’accorpamento dell’Ufficio della Polizia di Frontiera marittima con il Settore Polizia di Frontiera Terrestre di Trieste, con contestuale istituzione di un unico Ufficio di livello dirigenziale.
“La risposta che ci saremmo aspettati”, dichiara il Segretario Provinciale del Coisp, il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle Forze di Polizia, Enrico Moscato, “per fronteggiare l’imponente flusso migratorio sul confine del Nordest (circa 5.000 persone rintracciate nel 2019) e la necessità di maggiore vigilanza correlata all’espansione territoriale del porto di Trieste, che vede costanti incrementi e relativi record di traffici croceristico e commerciale, sarebbe stata quella d’inviare immediatamente del personale di rinforzo e non semplicemente programmare l’accorpamento tra due uffici che hanno compiti e professionalità diverse”.
“Non è certamente questa la soluzione, anche se la più semplice ed economica, cioè quella di utilizzare gli stessi uomini già a disposizione, lasciando inalterati i numerosi problemi che gli operatori della Polizia di Frontiera devono affrontare giornalmente durante i costanti rintracci di migranti irregolari lungo i circa 50 km di confine terrestre della provincia di Trieste, senza neanche avere a disposizione sulla fascia confinaria con la Slovenia dei locali idonei per la gestione dei migranti”, prosegue il Coisp. “Ad aggravare la situazione, l’incauta gestione del personale a disposizione della Polizia Marittima, che ha visto la riduzione negli ultimi due anni di circa il 20%, ha reso sempre più difficile l’assicurare i controlli di frontiera e antimmigrazione via mare nei confronti delle navi e imbarcazioni in arrivo nel porto di Trieste, nonché la vigilanza, anche in un’ottica antiterrorismo, dei 24 km di costa interessata dalle infrastrutture portuali”.
“Anche dopo la recente chiusura della Squadra Nautica della Polizia di Stato, è sempre più evidente quanto sia miope una politica della sicurezza per la città di Trieste votata esclusivamente al risparmio, che non ci rassicura, prima come cittadini e quindi come appartenenti alla Polizia di Stato”, continua la nota del Coisp.
“Continueremo – conclude il Segretario regionale Domenico Dragotto – su tutti i tavoli a rappresentare la necessità di una rivisitazione del progetto dell’Amministrazione della Polizia di Stato, nell’ottica di un reale incremento delle risorse umane a disposizione della Polizia di Frontiera, in particolare a Trieste, che non può più subire, dopo vari tentativi di chiusura e passaggio di competenze alla Questura, ulteriori intempestivi e fantasiosi progetti di razionalizzazione, mediante l’esclusivo incremento dei carichi di lavoro a danno dei poliziotti, la cui età media, lo ricordiamo, è sempre più preoccupantemente alta”.