Audizione di quasi due ore del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri sera alla Commissione d’inchiesta sul caso Regeni. Il premier ha detto di aver chiesto all’Egitto “una manifestazione tangibile della sua volontà di proseguire sulle indagini” in vista dell’incontro in videoconferenza tra magistrati, in programma l’1 luglio. Sul tavolo c’è la rogatoria della Procura di Roma, rimasta senza risposta da più di un anno.
“Inflessibili sulla verità, speriamo di raggiungerla” le parole di Conte, che ha annunciato che non farà visiste di Stato in Egitto “fino a quando non riusciremo a compiere significativi passi avanti in questa direzione”.
“Ho detto ai signori Regeni che se c’è stata incapacità di raggiungere risultati maggiori lo possono imputare a me direttamente”, ha detto ancora il premier. “Ma progressi nella ricerca della verità sull’omicidio si avranno soltanto con l’intensificazione, non con l’interruzione del dialogo bilaterale. E’ meglio un dialogo, per quanto franco e a tratti frustrante, piuttosto che l’interruzione dei rapporti”.
“Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti non potranno svillupparsi a pieno se non si farà luce sul barbaro assassinio di Giulio Regeni e non si assicureranno alla giustizia i suoi assassini”.
“Nel colloquio telefonico del 7 giugno – ha poi aggiunto Conte – Al Sisi mi ha dato la disponibilità sua e delle autorità egiziane a collaborare”.