“Abbiamo ascoltato con attenzione il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al termine della visita di ieri a Trieste, sostenere che non esiste emergenza rotta balcanica o meglio che la rotta balcanica sta andando abbastanza bene”, commenta il segretario regionale del Sap, il Sindacato autonomo di Polizia del Fvg, Olivo Comelli. “Effettivamente i flussi stanno andando molto bene e hanno raggiunto cifre ragguardevoli. Solo per citare alcuni numeri, da metà maggio a oggi, la sola Polizia di Frontiera di Trieste ha rintracciato oltre 930 clandestini, mentre a Udine, nello scorso fine settimana, ne sono stati individuati oltre 150”.
“La questione immigrazione in questi territori è un’emergenza e come tale deve essere sostenuta dall’Esecutivo”, prosegue il Sap. “Avevamo chiesto rinforzi: oggi la Polizia di frontiera di Trieste è sotto organico di oltre 20 unità, ma i quaranta uomini promessi nessuno li ha visti. Avevamo chiesto strutture idonee e mezzi adeguati per quella tipologia di servizio ma, a esclusione di un paio di mezzi e una tensostruttura per il triage a Fernetti, null’altro si è mosso”.
“E’ chiaro che i media nazionali danno poca attenzione a quanto avviene in queste terre ma i numeri dicono ben altro. Rispetto allo scorso anno, il numero degli ingressi è più che raddoppiato e se pur vero che, da metà maggio, data della sigla dei nuovi accordi con la Slovenia, le riammissioni sono aumentate, non raggiungono nemmeno la metà dei rintracci effettuati”, denuncia ancora il Sap. “Anche sull’emergenza Covid-19 avevamo chiesto al Ministro un minimo di attenzione e che facesse visita ai nostri colleghi impegnati in prima linea. Avevamo chiesto anche come dovevamo comportarci all’indomani dell’ordinanza emessa dal Ministro della Salute che ha vietato l’ingresso e il transito in Italia alle persone che, nelle ultime due settimane, hanno soggiornato o transitato nei 13 Paesi (tra i quali Macedonia del Nord e Bosnia) nel momento in cui vengono rintracciati e identificati clandestini provenienti per certo dalla Rotta balcanica e, quindi, attraverso uno degli Stati della lista nera. Niente di tutto questo, solo dichiarazioni di facciata e belle promesse mai mantenute”, conclude la nota del Sap.