“Atti vandalici come quelli accaduti a Campoformido, uniti a campagne sempre più violente contro i cacciatori, sono inqualificabili: depositerò una proposta di legge nazionale a contrasto delle pratiche di disturbo all’attività venatoria”. Lo annuncia la consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia), commentando l’incendio, da parte di ignoti, di due altane nella Riserva di caccia di Campoformido. Episodio avvenuto nel pomeriggio di ieri. Sono in corso accertamenti sulla natura del gesto.
“La solidarietà che esprimo alla Riserva per quanto accaduto non rimarrà fine a se stessa – aggiunge Piccin -. Ormai siamo in pieno clima d’odio nei confronti dei cacciatori, per questo ritengo sia il momento di dare un segnale d’attenzione da parte delle istituzioni, con nuove norme che contrastino chi impedisce un’attività lecita quanto radicata nella vita umana sin dalle origini. La proposta di legge nazionale di cui sarò prima firmataria prevede sanzioni a coloro che concretizzino, con il proprio comportamento, ostacoli all’esercizio della caccia e, in casi estremi, ne impediscano il libero e tranquillo svolgimento”.
“È preoccupante – osserva Piccin – l’intensificarsi dell’intolleranza nei confronti di un’attività prevista e regolamentata della legge, esercitata da cittadini autorizzati dopo essere stati sottoposti a visite, controlli medici e verifiche di polizia, nei modi e nei tempi stabiliti dalla scienza e dalle istituzioni nazionali ed europee. Posizioni ideologiche sono fuori luogo. Si assiste ormai con frequenza, nei confronti dei cacciatori, a ingiurie ed espressioni verbali violente, sui social e non soltanto, ma anche ad atti di violenza, tra i quali rientrano quelli dal sapore intimidatorio come nel caso di Campoformido, l’ultimo di una serie di intolleranze manifestatesi nel tempo. Dal confronto si è passati a un clima di odio. Il rispetto per posizioni diverse i cacciatori l’hanno sempre dimostrato: non sempre pare avvenga il contrario. Si tratta di atti che non vanno sottovalutati ma, anzi, puniti. Va ricordato che anche la Corte di giustizia dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha sentenziato già nel 2011 che la caccia fa parte della gestione e della conservazione della natura e ha una rilevanza pubblica necessaria e giustificata”.