Continua l’attesa per la nuova ordinanza regionale che dovrebbe decretare ‘mini zone rosse’ per fermare la diffusione del Coronavirus.
Da venerdì, dopo l’annuncio in conferenza stampa del governatore Massimiliano Fedriga di “nuove misure restrittive locali nelle aree con il maggior tasso di contagio”, è all’opera un gruppo di lavoro costituito dalla Regione allo scopo di analizzare approfonditamente la situazione sanitaria in ogni comune. I dati, secondo quanto si è appreso, saranno poi esaminati in una riunione con il governatore Fedriga, chiamato poi a disporre quali territori saranno interessati dalle nuove disposizioni.
La firma del provvedimento è slittata a domenica, mentre le misure dovrebbero entrare in vigore da lunedì 23 novembre. Tra le aree critiche nel ‘mirino’ dovrebbero esserci alcuni piccoli comuni della montagna, della Bassa friulana, delle Valli del Natisone e località periferiche del Pordenonese e dell’Isontino.
“La circolazione del virus negli ultimi giorni è cresciuta in maniera significativa e per questo faccio appello a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia per un’assunzione di responsabilità nei comportamenti affinché, come avvenuto nella prima ondata, il senso civico e il rispetto per il lavoro dei medici e degli operatori sanitari facciano da diga alla diffusione del virus”, aveva detto Fedriga nel ‘punto della situazione’ che si è tenuto venerdì assieme al vicepresidente Riccardo Riccardi.
“Proprio perché dobbiamo proteggere le strutture ospedaliere dai rischi di un intasamento – ha spiegato il Presidente – siamo pronti a intervenire in un quadro che, rispetto alla prima fase, vede in particolare alcune aree periferiche dell’Udinese e del Pordenonese zone in questo momento maggiormente a rischio”.
I numeri dicono che, nell’arco dell’ultima settimana (14-21 novembre), i nuovi contagi registrati sono stati 6.212, con un netto incremento a partire da giovedì 19, la prima di tre giornate stabilmente oltre quota mille.
Negli ultimi tre bollettini, va precisato, sono stati inseriti complessivamente 519 tamponi ‘vecchi’ eseguiti dalle strutture private, inseriti a sistema a diversi giorni di distanza. Una cifra che non cambia di molto la portata dei dati, comunque ben al di sopra dei 900 casi. I precedenti ‘picchi’ risalivano al 7 novembre (872 positivi a fronte di 8.629 test, dato finora record in termini di tamponi eseguiti) e le due giornate ‘nere’ del 12 e 13 novembre, entrambe con nuovi casi sopra quota 830.
Resta alto anche il numero dei decessi: in una settimana, da sabato 14 novembre, il Fvg piange 117 morti legate al Coronavirus, con tante vittime nelle residenze per anziani, di nuovo duramente colpite dal virus.
Non va meglio sul fronte delle ospedalizzazioni dove, sempre nell’arco di sette giorni, si è passati da 45 a 55 pazienti in terapia intensiva, mentre sono saliti da 378 a 509 i ricoverati negli altri reparti; numeri che costringono il sistema sanitario a ulteriori riorganizzazioni, per garantire di poter continuare ad accogliere i malati che necessitano di cure ospedaliere.