Oggi, 18 agosto, si celebra il 75mo anniversario della strage di Vergarolla, avvenuta il 18 agosto del 1946 quando, sulla spiaggia alla periferia della città istriana di Pola gremita per la tradizionale manifestazione natatoria della “Pietas Julia”, l’innesco di un enorme quantitativo di esplosivo uccise non meno di ottanta italiani. A distanza di 70 anni le forze politiche, all’unisono, chiedono che sia fatta definitivamente luce su quanto accaduto a Pola.
“Non ci sono stragi di serie A e stragi di serie B, stragi su cui vale la pena indagare e stragi che è meglio lasciare chiuse negli archivi. Per Vergarolla, a 75 anni di distanza, l’unico archivio veramente aperto è quello della memoria di chi quel giorno si trovava su quella spiaggia e fu testimone di un attentato che, questo è ormai certo, si inseriva nell’azione di de-italianizzazione dell’Istria – afferma Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg -. Se veramente vogliamo giungere a una vera riconciliazione non bastano le commemorazioni congiunte: serve la verità vera, serve individuare gli autori e gli ideatori di una pagina terribile e spesso dimenticata della storia del confine orientale – conclude Savino -. Dimenticata probabilmente per ragioni di politica internazionale che non hanno più ragione di esistere”.
Sulla necessità di fare luce sulla strage di Vergarolla è intervenuta anche Debora Serracchiani, presidente del gruppo Pd alla Camera.
“Mentre oggi ci sono popolazioni flagellate da tragedie umanitarie, è doveroso dedicare un pensiero alla terribile strage di 75 anni or sono, quando a Vergarolla furono uccisi oltre ottanta italiani, tra i quali molti bambini – ha commentato Serracchiani -. La memoria nazionale non può distrarsi da uno degli episodi più sanguinosi della nostra storia, uno dei drammi simbolici del solco tragico che per decenni ha inciso le genti adriatiche, in cui a pagare sono stati soprattutto gli innocenti”.
“Ho sottolineato già in passato il prezioso lavoro di quanti continuano a cercare la verità – aggiunge Serracchiani – su questa e altre stragi che hanno colpito i nostri concittadini lungo la storia della Repubblica. Ringrazio il presidente Mattarella per l’attenzione dedicata, con gesti e parole, ai drammi dell’esodo giuliano-dalmata e per l’opera di pacificazione svolta nel rispetto delle memorie e fuori da strumentalizzazioni politiche. Vergarolla deve entrare nella storia ufficiale italiana”, conclude l’esponente dem.
“Ritengo che ricordare la strage di Vergarolla significhi anche ribadire quali furono le ragioni di quel vile e sanguinario attentato – afferma l’assessore regionale alle Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti –: lo spingere verso l’esodo gli italiani dell’Istria, e nella fattispecie della città di Pola, in quella che fu una lucida e spietata applicazione del progetto di pulizia etnica messo messo in atto dal regime comunista jugoslavo. Roberti ribadisce che è un dovere da parte delle istituzioni del nostro Paese commemorare quelle vittime innocenti, “che per troppo tempo sono state ignorate dalla storiografia ufficiale a causa dell’oblio di Stato che coprì il dramma degli esuli e delle foibe”. “Si trattò di un attentato le cui dimensioni, in termini di numero di persone strappate alla vita, lo rendono paragonabile alle stragi più luttuose del nostro dopoguerra. Per questo bisogna tenere accesa più viva che mai la luce della memoria su quella che è stata – ha concluso Roberti – una delle pagine più buie e tristi della storia italiana”.
“Sono passati 75 anni dalla strage di Vergarolla. Tre quarti di secolo che non cancellano né l’orrore per un eccidio con una chiara matrice politica, né la vergogna di una giustizia negata – scrive il deputato di Forza Italia Roberto Novelli -. Il detonare di quelle nove tonnellate di esplosivo che fecero saltare in aria un centinaio di italiani, per lo più giovanissimo, parlava una lingua e diceva ai nostri connazionali una parola sola: “andatevene”. Sono passati 75 anni: è ora che si sveli l’identità degli assassini, degli ideatori, dei complici – conclude Novelli -“.
“Nell’afosa giornata del 18 agosto del 1946 sulla spiaggia di Vergarolla, nel comune di Pola, avvenne il più grave eccidio di cittadini italiani in tempo di pace: un vile attentato causò la morte di almeno un centinaio di giovani italiani che assistevano a una regata.” Così Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in regione, ha commemorato l’anniversario della strage di Vergarolla”.
“La strage di Vergarolla, olocausto troppo a lungo dimenticato, fu l’ennesimo prezzo che le genti istriane dovettero pagare alla furia annessionista degli salvo comunisti di Tito – dice Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in regione -. Il messaggio doveva essere chiaro: “E’ questa la fine che faranno gli italiani che vorranno rimanere”. Così ebbe inizio l’esodo che portò decine di migliaia di polesani ad abbandonare la propria città, la propria casa, la propria terra per sfuggire alla violenza comunista”.
“Per anni, ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia, la strage di Vergarolla è stata dimenticata anche dalle istituzioni, ed è grazie solo alla forza d’animo e al coraggio degli esuli e di chi li ha sempre sostenuti, che la memoria di quel tragico evento è stata perpetuata e tramandata fino ad oggi”.