Dopo la Lombardia, anche in Fvg il Tar boccia la chiusura delle scuole superiori, disposta con ordinanza del Presidente Massimiliano Fedriga fino al 31 gennaio. La decisione è stata diffusa oggi dal Tribunale amministrativo, che ha accolto il ricorso di un gruppo di genitori, rappresentati e difesi dall’avvocato Filippo Pesce, che chiedevano di poter riaprire le aule per i propri figli.
Nel testo si prevde la sospensione dell’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio, che imponeva la didattica a distanza per tutti gli studenti.
“Considerato che il ricorso parte dal presupposto che siano emerse enormi problematiche legate all’effettiva efficacia della didattica a distanza sull’apprendimento scolastico dei ragazzi e ciò in quanto, anche a prescindere dalle asserite difficoltà tecniche, che hanno acuito il divario tra coloro che possono e non possono accedere a determinate tecnologie, sarebbe stato accertato un evidente ritardo nel completamento dei programmi scolastici, nonché nelle modalità e termini di svolgimento di interrogazioni e verifiche”, si legge.
“Viene valorizzata altresì la negativa incidenza della didattica a distanza sulla salute psico-fisica dei ragazzi a cui è negata la presenza in aula. A prescindere dai dati statistici (sul Covid, ndr), la scelta di non permettere l’apertura delle scuole secondarie dovrebbe ritenersi irrilevante rispetto ad essi perché, essendo le stesse chiuse già dal 16 novembre, sarebbe evidente che la frequenza scolastica non avrebbe avuto alcuna incidenza al riguardo; che sarebbe una scelta illogica ed evidenza di una disparità di trattamento rispetto alle aperture di altre attività che, pur avendo contribuito a tale dato statistico, purtuttavia continuano a essere permesse”, si legge ancora.
“Il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti”, spiega ancora il Tar nella sentenza, che fa riferimento al diritto dell’alunno di veder garantita un’adeguata attività didattica (art. 26 Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e artt. 33 e 34 della Cost.) ma, soprattutto, la complessiva tutela al proprio diritto alla salute (art. 32 della Cost.), che sarebbe fortemente compromesso dalla Dad”.
“Il puntuale rispetto da parte delle istituzioni scolastiche di tutta la normativa di sicurezza e l’attivazione del già previsto potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale possono, d’altro canto, ritenersi sufficienti a evitare qualsiasi incremento della situazione di rischio epidemiologico, fermo restando comunque il potere della Regione di intervenire nuovamente, in presenza di significative modifiche di tale situazione”.
Sulla scuola la Regione non fa alcun passo indietro e dopo la bocciatura del Tar passa al contrattacco. Il presidente Fedriga annuncia che firmerà una nuova ordinanza, nella quale ribadirà con maggiore incisività e rafforzerà con ulteriori dati scientifici le motivazioni alla base di quella del 4 gennaio, con la quale era stato posticipato a febbraio il ritorno sui banchi degli studenti delle scuole superiori del territorio.