Le rappresentanze regionali di Fiab, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e Wwf hanno lanciato una petizione popolare contro la tappa sul Lussari del Giro d’Italia 2023, appuntamento per il quale si stanno già realizzando i lavori di asfaltatura della strada forestale che sale dalla vallata.
La contrarietà, secondo i promotori, nasce “per il pesante e trasformativo impatto d’infrastrutture che questo evento, necessariamente, comporterà. I primi effetti si stanno già vedendo, purtroppo”.
“Siamo in molti, amanti della bicicletta – continuano -, che chiediamo fortemente da molti anni, che la ciclovia Alpe Adria sia completata nel tratto che da Moggio porta a Gemona. Ma siamo altrettanto fortemente contrari all’arrivo ‘sensazionalistico’ di una tappa sul Lussari, località già sufficientemente nota e apprezzata”.
La petizione, che a poche ore dal suo avvio ha già raccolto centinaia di sottoscrizioni, terminerà l’8 settembre e le firme saranno presentare agli enti coinvolti.
Sui punti chiamati in causa, arriva la replica del patron della corsa rosa in Fvg, Enzo Cainero: “Per me è una sorpresa, ma le posizioni sono tutte accettabili. Però voglio dire che questo è un intervento di messa in sicurezza, d’intesa con le autorità. Forse non si conosce la situazione: in gran parte del percorso noi ci innesteremo con lo stesso materiale utilizzato dieci anni fa, che ha dei tratti di ecologia. Quindi, non so cosa trasformeremmo. Ricordo che la strada per ampi tratti era impercorribile…”.
Infine, circa la ‘notorietà’ del Lussari, Cainero sottolinea come la vetrina del Giro d’Italia offra ben altra visibilità internazionale.