Non si può certamente dire che il referendum per la fusione dei comuni di Fiumicello e di Villa Vicentina abbia portato a un risultato netto. Se a Fiumicello ha prevalso il sì, con praticamente il 60 per cento, decisamente scarsa è stata l’affluenza al voto dei residenti, con neanche il 40% che si è recato ai seggi. A Villa Vicentina la partecipazione è stata maggiore, oltre il 60%, ma ha prevalso seppur di poco il no al matrimonio. Il risultato congiunto dei due comuni ha sì approvato la fusione con il 55,7 per cento dei voti, ma la strada per la fusione non appare del tutto scontata.
Lo si vedrà venerdì prossimo a Villa Vicentina dove il consiglio comunale è chiamato a prendere atto del risultato. Qui il sindaco Gianni Rizzati, pur sottolineando che il no ha prevalso solo per 39 voti, affida ora all’assemblea civica la decisione se proseguire nel percorso di fusione oppure chiedere alla Regione di sospenderlo.
A Fiumicello, invece, il sindaco Ennio Scridel pur dichiarandosi soddisfatto per il risultato non nasconde una certa perplessità per l’affluenza al voto. “A Fiumicello – giustifica – buona parte dei cittadini sente di fatto che la fusione già c’è, come se fosse un processo già innescato e non è facile spiegare questo atto amministrativo”.
La Regione in questa fase non può che attendere un’indicazione finale dai due Comuni prima di avviare l’iter legislativo per la costituzione di un’unica entità. Lo precisa l’assessore alle autonomie locali Paolo Panontin.
“Formalmente la legge prevede di sentire la popolazione e vale la maggioranza complessiva dei residenti – spiega Panontin – certamente l’esito a Villa Vicentina crea spazio per un ragionamento di natura politica che appartiene all’amministrazione locale. Noi attendiamo la riflessione che il consiglio comunale di Villa Vicentina vorrà esprimere”.
“Abbiamo sempre favorito le aggregazioni tra enti locali e le abbiamo anche sostenute economicamente – conclude Panontin -. Ovviamente, la Regione deve tenere conto anche dell’espressione del voto popolare”.