Respinta a maggioranza (sì compatto delle Opposizioni e no altrettanto compatto del Centrodestra) la mozione 171 con cui si affermava che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia avrebbe dovuto istituire una Commissione d’inchiesta sulla gestione emergenziale, causata dalla Covid-19, nelle aree più colpite della regione; disporre che la Commissione d’inchiesta non comporti oneri aggiuntivi per l’Amministrazione regionale, e altresì disporre che tale Commissione concluda i propri lavori e riferisca all’Aula presentando una relazione entro quattro mesi dall’incarico. Inoltre, il Consiglio avrebbe dovuto stabilire che, nella nomina della Commissione, Maggioranza e Opposizioni fossero egualmente rappresentate e che, per portare a termine il proprio compito, la Commissione potesse svolgere delle audizioni.
La firma al documento è di Andrea Ussai e Ilaria Dal Zovo (M5S), Furio Honsell (Open Fvg), Walter Zalukar (Misto), Roberto Cosolini e Mariagrazia Santoro (Pd), Simona Liguori (Citt) e Giampaolo Bidoli (Patto), ovvero è stata sottoscritta da almeno un consigliere di ogni Gruppo di Opposizione e che è stata presentata all’Aula da Ussai.
“Siamo sempre disponibili al confronto, ma dopo essere stata la Regione del nord con i migliori dati sull’emergenza pandemica, trovo che parlare di commissione d’inchiesta per la gestione del coronavirus in Friuli Venezia Giulia sia stato ingeneroso e controproducente”. Così il governatore Massimiliano Fedriga al Consiglio regionale sulla proposta di un gruppo di consiglieri, bocciata dall’Aula, di istituire la commissione.
Fedriga ha enumerato le statistiche su mortalità da coronavirus, ricoveri in terapia intensiva, contagi e tamponi effettuati, che vedono il Friuli Venezia Giulia primeggiare non solo nel Nord ma anche a livello nazionale, e ha rievocato i giorni drammatici in cui venivano contestate le sue decisioni di imporre la mascherina, protezione poi giudicata fondamentale anche dall’Oms, o quando assumeva la decisione di chiudere le scuole e le università, contestato da altri schieramenti politici che le volevano tenere aperte.
“La richiesta di una commissione d’inchiesta – ha detto Fedriga – ha avuto un intento provocatorio e produce un danno a livello nazionale e internazionale nel momento in cui ci apprestiamo a richiamare i turisti nella nostra regione, turisti ai quali, numeri alla mano, possiamo dire che qui da noi in Friuli Venezia Giulia non c’è da avere paura”.
Il governatore ha colto l’occasione del suo intervento in Consiglio regionale anche “per ringraziare i cittadini per il loro comportamento integerrimo e tutti gli operatori della sanità”.
“Ciò che conta e ciò che resta sono i numeri dei contagi, dei ricoveri, delle terapie intensive e i riconoscimenti oggettivi delle autorità sanitarie su ciò che è stato fatto in Friuli Venezia Giulia”. È il pensiero del vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile Riccardo Riccardi sulla proposta di alcuni consiglieri regionali di istituire una commissione consiliare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza pandemica, proposta bocciata dall’aula del Consiglio regionale.
“Non si può pensare che quanti per far fronte a questa pandemia hanno messo in campo tutte le loro forze, anche personali, possano accettare di essere strumentalizzati dalla richiesta di una commissione d’inchiesta – ha rilevato Riccardi -. Siamo stati solo fortunati in Friuli Venezia Giulia per contagi, ricoveri e decessi? Non solo fortunati”, ha annotato.
Riccardi ha evidenziato in Aula il contegno istituzionale sempre osservato dal governatore Fedriga, che si è astenuto da polemizzare con l’esecutivo nazionale anche quando era in disaccordo. Anche per quanto riguarda il consesso regionale, “abbiamo risposto a più di quaranta interrogazioni e ci siamo riuniti tre volte in Commissione in piena emergenza. Abbiamo sempre risposto – ha concluso – e sempre risponderemo a ogni questione legittima posta in maniera seria”.
Nella mozione si citavano i contagi e i decessi da coronavirus tra gli ospiti delle case di riposo e gli ultrasettantenni in generale, nonché tra gli operatori del Sistema sanitario regionale. Ma anche “la non omogeneità nelle procedure adottate tra le Aziende sanitarie, con particolare riferimento agli spostamenti degli operatori tra le strutture e all’effettuazione dei tamponi al personale sanitario e agli ospiti delle Rsa”, ha reso noto il pentastellato, dopo aver avuto un pensiero per le vittime e i loro familiari. “E’ necessario conoscere cosa sia successo, nella gestione dell’emergenza, nelle residenze e nelle strutture del Ssr per capire cosa non abbia funzionato – ha rimarcato Ussai – perché in alcune strutture la situazione sia stata più grave che in altre (si vedano i numeri registrati a Trieste con circa il 60% dei colpiti tra operatori e anziani delle Rsa), anche per evitare che in futuro si ripropongano situazioni come quelle che si sono verificate in questi mesi. Non faremmo una bella figura all’esterno, di chiarezza e trasparenza, se non facessimo questa Commissione”.
Zalukar ha poi insistito sulla cosiddetta “ricerca degli eventi sentinella”, necessaria per adottare le azioni collettive di contrasto, e sulla sanazione per procedure. Per Honsell l’intento non è cercare responsabilità, perché la mancanza di precedenti e una situazione fatta di incertezze avrebbe messo in difficoltà chiunque, ma il rischio lo si riduce analizzando cosa è successo. In linea con lui si è espresso Cosolini, a detta del quale la richiesta di un organismo di inchiesta si sarebbe potuta evitare se alcuni interrogativi presentati in III Commissione consiliare avessero avuto risposte adeguate, come il perché Trieste sia stata numericamente la più colpita della regione.
“Se non c’è un reale desiderio di inquisire nessuno, non si chiede una Commissione di inchiesta”, ha detto lapidaria Mara Piccin (FI). “Errori sicuramente ne sono stati fatti, ma parlare di dati che sono stati nascosti e di operatori che lavorano in situazioni fatiscenti è ingeneroso verso Maggioranza e anche Opposizioni, perché è una strumentalizzazione. Potevate richiedere una volta di più la convocazione della III Commissione competente in materia sanitaria – ha sottolineato – e tutte le audizioni che volevate, ma questa mozione è un atto inaccettabile”.
“Non è fare chiarezza, ma buttare discredito verso l’operato di qualcuno. E a posteriori, dimenticando il momento in cui si è agito. La Regione Fvg ha risposto in modo esemplare, come poche in Italia”, ha aggiunto Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) che ha chiesto il ritiro di una mozione dal sapore inquisitorio.
“Ci fosse stato un altro atteggiamento da parte della III Commissione, questa mozione non sarebbe stata appoggiata dal Pd”, ha allora fatto sapere il capogruppo dem, Sergio Bolzonello. “Perché abbiamo sempre riconosciuto le cose andate bene, ma ce ne sono state anche di andate male e non abbiamo avuto le adeguate risposte”. Di pari tenore l’intervento del capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. “Nessuna critica alla struttura regionale, mai fatto comunicati in tal senso perché gestire la straordinarietà dell’evento ha messo a dura prova tutti. Però, fossimo stati messi nelle condizioni di dare un contributo vero su come affrontare la situazione, non avremmo chiesto nulla”.
“Non si interferisce con le indagini della magistratura verso gli esposti. Se è la parola inchiesta che vi spaventa, allora togliamola e parliamo di Commissione speciale”, ha semplificato Cristian Sergo (M5S), che ha citato le occasioni in cui lo stesso presidente Fedriga ha richiesto Commissioni di tale tipo nella sua veste di parlamentare.
“Non si può dire che una Commissione che si chiama di inchiesta e prevede audizioni non interferisce con indagini della Procura”, ha ricordato Claudio Giacomelli (FdI), che ha poi spiegato la segretezza degli atti e la non appropriatezza di audire degli indagati. Mauro Bordin (Lega) ha ricordato le situazioni non solo difficili, “ma drammatiche in cui ci siamo trovati, come italiani, con immagini che hanno mostrato carri pieni di bare, medici e infermieri impegnati giorno e notte senza risparmiarsi. Ora è tutto dimenticato. Invece buon senso vorrebbe che questa richieste fosse ritirata”.