“Qualcosa si sta muovendo all’interno del nosocomio di Palmanova ma il super ospedale promesso è ancora lontano. Sperando che non siano solo fuochi di paglia, si vedono alcuni segnali positivi all’orizzonte. Giustamente il Direttore dell’AsuFc, Massimo Braganti, ha definito l’avvio dell’attività protesica un primo tassello. Speriamo che il prossimo tassello sia affiancare all’attività programmata anche quella d’urgenza, per lo meno ortopedica, per decongestionare Udine e Latisana: la prima per il grande numero di interventi, la seconda per i mezzi limitati a disposizione. Abbiamo a Palmanova un blocco operatorio all’avanguardia, recovery room e reparti di degenza attrezzati che vanno sfruttati per offrire ai pazienti servizi migliori”. Il Sindaco di Palmanova Francesco Martines traccia un primo bilancio di questi mesi di riorganizzazione, post covid, del nosocomio di Jalmicco a margine della presentazione delle nuove attività ospedaliere condotta dal Presidente della Regione Massimiliano Fedriga e dall’assessore alla sanità Riccardo Riccardi.
“L’attività programmata prevista e la chirurgia d’urgenza possono benissimo coesistere, visto il numero di sale attrezzate: un corpo da sei più le due lasciate libere dal reparto di ostetricia e ginecologia. In questo modo offriremmo un servizio fondamentale per tantissime persone della Bassa Friulana e non solo, riducendo le fughe dei pazienti fuori regione ed evitando ulteriori spese al sistema sanitario regionale. Ogni ospedale spoke, così come Gorizia, è tale in quanto è attiva al suo interno anche l’urgenza chirurgica. Perché a Palmanova intanto non si affiancano alla protesica gli interventi chirurgici ortopedici d’urgenza? Perché il primario di ortopedia dell’ospedale unico Palmanova-Latisana non viene ad operare anche a Palmanova, invece di far spostare i pazienti, spesso anziani, dal palmarino al latisanese? Se non rivedremo a breve la chirurgia d’urgenza a Palmanova, vorrà dire che si è approfittato del Covid-19 per trasferire l’attività chirurgica d’urgenza di Palmanova a Latisana. In questo modo la promessa di ripristino della normale attività precedente non verrà rispettata”.
“Mi risulta che Udine e Latisana (questa con solo 4 sale operatorie e conseguente numero posti letto di degenza) siano congestionati dall’attività chirurgica d’urgenza: tutti gli interventi necessari per un bacino d’utenza di 80.000 abitanti, che afferivano al baricentrico nosocomio di Palmanova (nel 2019, 1800 circa) adesso vanno ad alimentare Udine e Latisana, creando insoddisfazione negli utenti che non capiscono il senso di questa scelta. Sarebbe un primo passo verso un ritorno alla normalità e all’attivazione di un sistema legato alle urgenze, così come è stato fatto per Gorizia. La nostra attenzione rimane comunque alta perchè le attività programmate di oculistica e protesica devono assumere consistenza, fare numeri importanti e richiedono alcuni investimenti tecnologici. Non solo ma l’attività di riabilitazione conseguente dovrà essere implementata anche con la piscina i cui impianti sono già predisposti”.
E conclude Martines: “Sono contento che in questi giorni sia ripartita a Palmanova l’attività programmata di oculistica e siano iniziate le prime sedute della protesica, collegata nell’ambito della Clinica Universitaria di Udine coordinata dal prof. Causero. Finalmente le sei sale operatorie utilizzate per l’emergenza Covid-19 come posti di terapia intensiva potranno essere utilizzate per la loro naturale funzione. Si conoscerà a breve il nome del nuovo primario di anestesia e rianimazione e ci si augura che si parta con i bandi per gli altri tre primariati delle SOC (Strutture Ospedaliere Complesse) scoperti da mesi: oculistica, dialisi e nefrologia, riabilitazione”.