In Fvg anche questa settimana prosegue il trend di aumento dei nuovi casi, ma con un’incidenza inferiore rispetto agli ultimi 20 giorni. L’analisi della Fondazione Gimbe indica, nel periodo 6-12 luglio, una variazione del 17,3 per cento. I positivi ogni centomila abitanti salgono a 1.857 (erano 1.441 sette giorni fa).
Sul territorio, Pordenone con 1.163 positivi ogni centomila abitanti (più 23,7%) si conferma in vetta alla classifica regionale, seguita da Trieste con 992 (più 18,5%), Udine a 978 (più 11,9%) e Gorizia, a 941 casi ma con una crescita del 21,1% rispetto a sette giorni fa.
In merito ai ricoveri, i dati sono in leggera risalita: l’occupazione dei posti letto Covid in terapia intensiva scende al 3,4% (era al 4%, la media nazionale è al 4,1%), mentre i pazienti nei reparti ordinari salgono al 15,7% (erano al 12,9%; la media italiana, in crescita, è al 15,1%).
Sul fronte delle vaccinazioni, la popolazione non immunizzata dai cinque anni in su vede stabilmente il Fvg all’ottavo posto (alle spalle di Bolzano, Valle d’Aosta, Marche, Sicilia, Calabria, Abruzzo e Campania) con un 7,3% della popolazione senza copertura vaccinale (in linea con la media nazionale) e un 6,4% che è guarito da meno 180 giorni (a fronte di una media italiana al 4,6%).
Anche nella fascia 5-11 anni, non ci sono particolari variazioni: nella nostra regione il 24,8% dei bimbi ha completato il ciclo, mentre il 2,1% ha ricevuto la prima dose. Numeri che ci collocano stabilmente al quartultimo posto (davanti a Bolzano, Marche e Valle d’Aosta), a fronte di una media nazionale al 34,9% con ciclo completo e al 3,3% con prima dose.
In merito alle terze dosi, invece, il Fvg registra un 12,6% di persone attualmente vaccinabili che non hanno ricevuto il richiamo (media nazionale all’11,2%) e un 3,3% di popolazione guarita da meno di 120 giorni (media italiana al 5,3%).
In leggero aumento la copertura delle quarte dosi per gli immunocompromessi: in Fvg ha ricevuto il richiamo il 21,7% della popolazione (eravamo al 20,6% la settimana scorsa), a fronte di un 47,8% nazionale.
I DATI NAZIONALI. Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 6-12 luglio, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (728.549 vs 595.349) e dei decessi (692 vs 464). In aumento anche i casi attualmente positivi (1.350.481 vs 1.087.272), le persone in isolamento domiciliare (1.340.382 vs 1.078.946), i ricoveri con sintomi (9.724 vs 8.003) e le terapie intensive (375 vs 323).
“L’aumento dei nuovi casi settimanali (+22,4% rispetto alla settimana precedente) – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – registra il valore più basso da quando, a metà giugno, si è registrata l’inversione della curva. Nella settimana 6-12 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 728 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 97 mila casi al giorno
Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-6 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 659 mila reinfezioni, pari al 4,6% del totale dei casi.
Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+17%): da 2.152.065 della settimana 29 giugno-5 luglio a 2.517.540 della settimana 6-12 luglio.
“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – prosegue l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+21,5%) sia in terapia intensiva (+16,1%)”.
VACCINI. Al 13 luglio, l’88,1% della platea (n. 50.809.513) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+3.106 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.937.448) ha completato il ciclo vaccinale (+3.600 rispetto alla settimana precedente).
Nella settimana 6-12 luglio sale il numero dei nuovi vaccinati: 3.106 rispetto ai 3.009 della settimana precedente (+3,2%). Di questi il 34,6% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 1.074, con un incremento dello 0,3% rispetto alla settimana precedente. Cresce anche tra gli Over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 900 (+15,2% rispetto alla settimana precedente).
VACCINAZIONE OVER 60. “Da mesi sottolineiamo che le somministrazioni della quarta dose nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate, un vero e proprio flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali”, commenta Cartabellotta. “Nonostante il rischio molto elevato di malattia grave e di mortalità, anche in condizioni di minor circolazione virale, è completamente mancata una strategia di sensibilizzazione e comunicazione: anzi, a causa delle aspettative sui vaccini aggiornati le persone sono state dissuase, anche dai medici, dall’effettuare la quarta dose subito”.
E proprio sui vaccini ‘aggiornati’ la Fondazione Gimbe ritiene opportuno ribadire tre punti fondamentali. Innanzitutto, quelli in via di approvazione sono tarati su Omicron BA.1, ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5; in secondo luogo, le prove di efficacia a oggi disponibili sono relative alla risposta anticorpale e non alla riduzione del rischio di infezione e, soprattutto, di malattia grave; infine, non c’è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità per la somministrazione alla popolazione. “Tenendo conto del quadro di elevata circolazione virale – aggiunge il Presidente – è cruciale effettuare la quarta dose subito con i vaccini attuali che, seppur ‘vecchi’, si sono dimostrati ampiamente efficaci nel riportare a livelli elevati la copertura nei confronti della malattia grave, che declina progressivamente a 120 giorni dalla terza dose”.
“Se da un lato nell’ultima settimana – conclude Cartabellotta – il rallentamento nella crescita dei nuovi casi lascia intravedere il raggiungimento del picco, dall’altro è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali. Di conseguenza, nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi: questo rende del tutto inaccettabile in un’ottica di sanità pubblica l’idea di far circolare liberamente il virus. Peraltro questa ‘strategia’ non tiene conto dell’impatto del long Covid, la cui incidenza è correlata al numero di infezioni. Infine, una circolazione incontrollata di un virus così contagioso come Omicron 5 rischia di determinare una vera e propria paralisi di vari servizi. Ecco perché rimane fondamentale arginare la circolazione del virus utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio”.