In Friuli Venezia Giulia prosegue il calo dei contagi Covid, anche se con una flessione inferiore rispetto alle scorse settimane. La riduzione si attesta infatti al 3%, a fronte dei cali decisamente più consistenti registrati negli ultimi 15 giorni (meno 16,2% sette giorni fa e meno 29,4% la settimana precedente).
La fotografia è scattata dal report regionale della Fondazione Gimbe che indica a 75 l’incidenza di casi ogni centomila abitanti nel periodo 29 settembre-5 ottobre, numero in diminuzione rispetto agli 85 positivi di sette giorni fa.
Resta ampiamente sotto controllo anche l’occupazione dei posti letto: i pazienti Covid in area medica sono stabili al 3%, mentre quelli in terapia intensiva sono il 5% (erano al 4% sette giorni fa), quindi decisamente sotto la soglia che consente alla regione di rimanere in zona bianca.
Secondo il report Gimbe, in Fvg la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale aumenta di un punto percentuale, pari al 69,9% (media Italia 72,4%) a cui va sommato un ulteriore 4,7% che ha ricevuto solo la prima dose (media nazionale al 4,3%). L’effetto ‘Green Pass’ continua a migliorare anche la copertura vaccinale della popolazione Over 50: gli ultracinquantenni non vaccinati sono ulteriormente calati dal 14,8% al 14%, dato che, a fronte di una media nazionale al 9,5%, ci colloca sempre al quarto posto in Italia tra le regioni con la più bassa copertura, alle spalle di Calabria, Bolzano e Sicilia.
I DATI NAZIONALI. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 29 settembre-5 ottobre, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (21.060 vs 23.159) e decessi (311 vs 386). In calo anche i casi attualmente positivi (90.299 vs 98.872), le persone in isolamento domiciliare (86.898 vs 94.995), i ricoveri con sintomi (2.968 vs 3.418) e le terapie intensive (433 vs 459).
“Ormai da cinque settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, cinque Regioni – Basilicata, Bolzano, Trento, Sardegna e Valle d’Aosta – registrano un incremento percentuale dei contagi. Scendono a 17 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per centomila abitanti e nessuna conta oltre 150. In calo anche i decessi: 311 negli ultimi sette giorni (di cui 22 riferiti a periodi precedenti), con una media di 44 al giorno rispetto ai 55 della settimana precedente.
“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – si registra un ulteriore calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e del 5,7% in terapia intensiva”. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (5% in area medica e 5% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica. “Continuano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die rispetto ai 29 della settimana precedente”.
VACCINI. Le coperture vaccinali per fascia di età con almeno una dose di vaccino sono molto variabili: dal 96,7% degli Over 80 al 70,4% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dell’1,6% nella fascia 30-39, dell’1,5% nella fascia 20-29, dell’1,2% nella fascia 40-49, dell’1,1% nella fascia 12-19, dello 0,9% nella fascia 50-59, mentre negli Over 60 l’incremento non raggiunge lo 0,5%. In particolare, per le categorie a maggiore rischio di malattia severa, sono ancora 3,4 milioni (12,3%) gli Over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale, di cui 2,59 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino.
“La priorità assoluta – conclude Cartabellotta – rimane quella di somministrare il ciclo completo a tutta la popolazione vaccinabile, in particolare agli Over 50. Tuttavia, a fronte dei primi segnali di un lieve (ma costante) calo dell’efficacia vaccinale su ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi, è necessaria una programmazione strategica per somministrare la dose di richiamo alla popolazione generale. Anche per evitare, dopo il via libera dell’Ema agli Over 18, che le Regioni procedano in ordine sparso, senza seguire le priorità basate sul rischio individuale”.
“Ecco perché la Fondazione Gimbe propone quattro azioni integrate: accelerare la somministrazione della terza dose alle categorie prioritarie vista l’ampia disponibilità di dosi (13,4 milioni) e la stagione invernale alle porte; ampliare progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alle fasce anagrafiche a rischio di malattia grave e decesso, iniziando con la fascia 70-79 anni e successivamente quella 60-69 e 50-59, e dando priorità in ciascuna fascia ai pazienti con patologie concomitanti; programmare per tutti gli over 50 la chiamata attiva a sei mesi dal completamento del ciclo; estendere l’obbligo della dose booster per gli operatori sanitari, al fine di garantire la sicurezza per i pazienti e ridurre il rischio di limitare l’erogazione di prestazioni sanitarie per patologie non Covid-19, visto che l’efficacia vaccinale sull’infezione da variante delta si attesta intorno al 67%”.