In Fvg anche questa settimana prosegue il trend di aumento dei nuovi casi Covid, ma con un’incidenza decisamente inferiore rispetto all’ultimo mese. L’analisi della Fondazione Gimbe indica, nel periodo 13-19 luglio, una variazione del 7 per cento, in ulteriore flessione rispetto al 17% di sette giorni fa. I positivi ogni centomila abitanti salgono a 2.043 (erano 1.857 la scorsa settimana).
Sul territorio, rivoluzionata nuovamente la classifica delle ex province. Gorizia, con 1.210 casi ogni centomila abitanti e un aumento del 28,7% passa dal fondo alla vetta della graduatoria. Seguono Trieste a quota 1.153 (aumento del 16,2%), Pordenone in calo del 4,7% a 1.108 (era prima sette giorni fa con 1.163 casi) e chiude Udine con un aumento del 6,4% a 1.040 casi ogni centomila abitanti.
In merito ai ricoveri, si segnala un’importante risalita negli altri reparti: l’occupazione dei posti letto Covid ‘ordinari’, infatti, sale al 22,6% (era al 15,7% la scorsa settimana), mentre aumenta in modo più contenuto quella delle terapie intensive, al 4% (era al 3,4%). La media italiana si attesta al 4,5% nelle intensive e al 17,1% negli altri reparti (dati entrambi in leggero aumento).
Sul fronte delle vaccinazioni, la popolazione non immunizzata dai cinque anni in su vede stabilmente il Fvg all’ottavo posto (alle spalle di Bolzano, Valle d’Aosta, Marche, Sicilia, Calabria, Abruzzo e Campania) con un 7,7% della popolazione senza copertura vaccinale (in linea con la media nazionale) e un 5,9% che è guarito da meno 180 giorni (a fronte di una media italiana al 4,2%).
Dopo l’apertura delle agende a tutti gli Over 60, il dato regionale si attesta al 6,6%, con uno scarto contenuto dalla media nazionale dell’8,3. In aumento, invece, la copertura delle quarte dosi per gli immunocompromessi: in Fvg ha ricevuto il richiamo il 25,5% (eravamo al 21,7% la settimana scorsa), a fronte di un 58,4% nazionale.
Nella fascia 5-11 anni non ci sono variazioni: nella nostra regione il 24,8% dei bimbi ha completato il ciclo, mentre il 2,1% ha ricevuto la prima dose. Numeri che ci collocano stabilmente al quartultimo posto (davanti a Bolzano, Marche e Valle d’Aosta), a fronte di una media nazionale al 35% con ciclo completo e al 3,3% con prima dose.
In merito alle terze dosi, invece, il Fvg registra un 12,3% di persone attualmente vaccinabili che non hanno ricevuto il richiamo (media nazionale all’10,8%) e un 3,5% di popolazione guarita da meno di 120 giorni (media italiana al 5,5%).
I DATI NAZIONALI. Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 13-19 luglio, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (631.693 vs 728.549) a fronte di un aumento dei decessi (823 vs 692). Crescono anche i casi attualmente positivi (1.452.941 vs 1.350.481), le persone in isolamento domiciliare (1.441.553 vs 1.340.382), i ricoveri con sintomi (10.975 vs 9.724) e le terapie intensive (413 vs 375).
“Dopo 5 settimane di aumento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-13,3% rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 13-19 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 631 mila, con una media mobile a 7 giorni che si colloca intorno a 90 mila casi al giorno”.
Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-13 luglio sono state registrate in Italia oltre 738 mila reinfezioni, pari al 4,9% del totale dei casi.
Sostanzialmente stabile il numero dei tamponi totali (+1,7%): da 2.517.540 della settimana 6-12 luglio a 2.560.557 della settimana 13-19 luglio. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 2,3% (+49.621), mentre quelli molecolari sono diminuiti dell’1,8% (-6.604).
“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – prosegue l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+12,9%) che in terapia intensiva (+10,1%)”. In particolare, nelle ultime cinque settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica (da 183 il 12 giugno a 413 il 19 luglio), mentre sono quasi triplicati in area medica (da 4.076 il 11 giugno a 10.975 il 19 luglio).
VACCINI. Al 20 luglio l’88,1% della platea (n. 50.813.732) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+4.219 rispetto alla settimana precedente) e l’86,6% (n. 49.943.212) ha completato il ciclo vaccinale (+5.764 rispetto alla settimana precedente).
Nella settimana 13-19 luglio crescono i nuovi vaccinati: 3.570 rispetto ai 3.156 della settimana precedente (+13,1%). Di questi il 32% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.141, con un incremento del 5,6% rispetto alla settimana precedente. Sale anche tra gli Over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 1.153 (24,2% rispetto alla settimana precedente).
Secondo i dati pubblicati dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi ai decessi di persone con diagnosi di Covid-19 tra il 20 maggio e il 19 giugno 2022, il tasso di mortalità per 100.000 persone è molto più elevato tra i non vaccinati che tra i vaccinati con tre dosi: 7 vs 1,5 per la fascia 60-79 anni e 95,6 vs 11,8 per gli over 80. Tuttavia, per l’enorme differenza tra la popolazione di vaccinati con tre dosi (oltre 39,1 milioni) e non vaccinati (6,84 milioni), il numero assoluto di decessi è più elevato tra i vaccinati con tre dosi (n. 616) che tra i non vaccinati (n. 205); tra questi oltre i due terzi riguardano gli Over 80 e oltre il 93% gli Over 60. “Con il progressivo declino della protezione vaccinale nei confronti della malattia grave dopo 120 giorni dalla terza dose – spiega il Presidente – il secondo richiamo (quarta dose) rappresenta dunque un vero e proprio trattamento “salvavita”, in particolare negli Over 80”.
“A metà luglio – conclude Cartabellotta – dopo il raggiungimento del picco è iniziata la discesa dei nuovi casi, che tuttavia potrebbe essere più lenta del previsto a causa del numero molto elevato di casi non noti alle statistiche ufficiali che rappresentano un moltiplicatore dei contagi. Infatti, gli oltre 1,45 milioni di positivi potrebbero essere in realtà almeno il doppio per diverse ragioni: mancata esecuzione del tampone nonostante i sintomi o il contatto con un caso Covid-19; mancata comunicazione della positività al test “fai da te”; falsi negativi al test in autosomministrazione”.
“Ecco perché, indipendentemente dalla velocità di discesa della curva dei nuovi contagi, nelle prossime settimane è verosimile un aumento dei ricoveri – più in area medica che in terapia intensiva – e dei decessi che oggi con una media di 118 al giorno sono già tornati ai livelli di due mesi fa. Le soluzioni sono sempre le stesse: usare le mascherine al chiuso, specialmente in locali affollati e poco aerati, per limitare la circolazione virale; effettuare la terza dose (oltre 5,1 milioni di persone potrebbero riceverla subito) e, soprattutto, somministrare il prima possibile la quarta dose a over 60 e fragili”.