C’è un peggioramento, in Friuli Venezia Giulia, nella settimana dal 25 al 31 agosto, sul fronte dei dati Covid. I positivi ogni 100.000 abitanti, infatti, salgono a 100, ma l’incidenza presenta grandi differenze territoriali: è a 108 ogni centomila abitanti a Trieste, a 66 nel Friuli Occidentale, a 56 nell’Isontino e a 46 nell’ex provincia di Udine.
In base al monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, c’è anche un altro dato in aumento, quello relativo ai nuovi casi, cresciuti del 31,1% negli ultimi sette giorni. Restano ancora sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica e terapia intensiva Covid, rispettivamente pari al 4 e al 7%.
Rimane, però, bassa anche la copertura vaccinale degli Over 50, che vede sempre il Fvg al quartultimo posto in Italia con il 17.2% degli ultracinquantenni che non ha ricevuto alcuna dose; peggio fanno solo Sicilia, Calabria e Bolzano.
I DATI NAZIONALI. Il monitoraggio indipendente rileva nella settimana 25-31 agosto, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (45.134 vs 45.251) e dei decessi (366 vs 345). Lieve aumento di casi attualmente positivi (137.925 vs 135.325), persone in isolamento domiciliare (133.129 vs 130.785), ricoveri con sintomi (4.252 vs 4.036) e terapie intensive (544 vs 504) (figura 3).
“Rimangono stabili – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti sia come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 6.448. I casi rimangono tuttavia sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti”.
Nella settimana 25-31 agosto, rispetto alla precedente, in nove Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre sono 12 le Regioni in cui crescono gli attualmente positivi.
“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – frena l’aumento dei posti letto occupati: rispetto alla settimana precedente +5,4% in area medica e +7,9% in terapia intensiva”. In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 1.088 del 16 luglio a 4.252 del 31 agosto (+291%) e quello nelle terapie intensive da 151 del 14 luglio a 544 del 31 agosto (+260%).
A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), ma si rilevano notevoli differenze regionali. “Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 43 ingressi/die rispetto ai 40 della settimana precedente”.
VACCINI. All’1 settembre il 71,9% della popolazione (42.609.377 persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+841.834 rispetto alla settimana precedente) e il 63,9% (37.882.252 persone) ha completato il ciclo vaccinale (+1.195.342). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni. “Nonostante la ripresa del ritmo delle vaccinazioni – commenta Cartabellotta – il numero di prime dosi sul totale si attesta intorno al 40%: impossibile stimare se e in che misura questo numero sia destinato a salire vista l’indisponibilità di dati pubblici sulle prenotazioni contrariamente a quanto previsto dalla normativa”.
L’87,8% della popolazione Over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un incremento settimanale nazionale irrisorio (+0,7%) e nette differenze regionali: dal 92,4% della Puglia al 81,4% della Sicilia. “Considerato che la scadenza del Green Pass per le persone vaccinate all’inizio dell’anno ha innescato il dibattito sull’opportunità della terza dose – commenta Cartabellotta – la Fondazione Gimbe ha analizzato l’efficacia vaccinale e la durata della copertura sulla base dei dati resi disponibili dall’Istituto Superiore di Sanità”.
L’efficacia del vaccino da aprile a oggi rimane stabile e superiore al 94% nel ridurre i decessi e le forme severe di malattia che richiedono ospedalizzazione e ricovero in terapia intensiva. Per quanto riguarda le diagnosi di SARS-CoV-2, l’efficacia si riduce dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 79,7% (periodo 4 aprile-22 agosto). In altri termini si rileva una progressiva riduzione dell’efficacia delle coperture vaccinali nei confronti di infezioni asintomatiche e forme lievi di malattia che non necessitano di ricovero.
Tale riduzione, tuttavia, risulta inversamente proporzionale all’età: al 22 agosto l’efficacia è del 67,4% nella fascia 12-39 anni e del 77,1% in quella 40-59 anni (al 4 luglio erano rispettivamente 79,8% e 80,8%); visto che negli over 60 l’efficacia sulla diagnosi si mantiene superiore all’85% è verosimile che tra i più giovani abbiano influito durante il periodo estivo la maggiore occasione di contatti sociali e una minore attenzione ai comportamenti individuali, che restano fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate.