Il governatore Massimiliano Fedriga e il suo vice Riccardo Riccardi hanno fatto il punto in conferenza stampa sulle prossime tappe della campagna vaccinale anti-Covid.
“Abbiamo stimato i piani per la prima fase calcolando 58mila persone tra personale sanitario e case di riposo”, ha detto Riccardi. “In realtà, escludendo i positivi e chi non ha aderito, il numero reale è di 48mila persone. L’adesione si è attestata a 43mila persone, quindi il 90% ha scelto di vaccinarsi, un dato molto significativo. Mi preme sottolineare che anche le case di riposo sono coperte all’85%”.
“Al momento 24.963 persone hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 23.500 devono fare il richiamo. E’ stato premiato il nostro lavoro prudente, che ha permesso di non mettere in discussione la seconda dose. Il 27 febbraio completeremo le prime dosi per questa fase (sanitari e case di riposo, ndr), mentre entro il 19 marzo saranno effettuati tutti i richiami”, prosegue Riccardi.
“La seconda fase, al via dal 15 febbraio, interesserà 108mila Over 80, compresa la classe nata nel 1941. L’organizzazione si baserà su due modelli: uno ‘passivo’, ovvero il sistema sanitario andrà incontro alle persone, circa 15mila, vaccinandole a domicilio. Per tutti gli altri anziani, invece, sarà attivata la prenotazione utilizzata nella prima fase, ovvero farmacie, Cup e call center al numero 0434-223522. Non si potrà effettuare la prenotazione dal medico di base. Le agende rimarranno aperte per fissare la prima dose fino al 28 marzo”, ha spiegato Riccardi.
“Entro fine marzo contiamo di somministrare la prima dose a 63mila anziani, con una media di 10-11mila vaccini a settimana. I richiami – in programma tra il 18 e il 25 aprile – saranno prenotati direttamente in occasione della prima dose. Il calendario potrebbe subire modifiche in caso di aumenti/diminuzioni dei flussi di consegna”.
“AstraZeneca prevede invece il richiamo a 10 settimane, quindi con un modello molto diverso. Le categorie individuate sono ancora da perfezionare e abbiamo chiesto chiarimenti. Al momento, essendo indicato per la fascia 18-55 anni, arriviamo fino ai nati nel 1967 compresi. In Fvg stiamo parlando indicativamente di 82mila persone, alle quali però andranno escluse quelle che soffrono di patologie croniche”, prosegue Riccardi.
“L’idea è quella di procedere come fatto per le case di riposo, quindi non con prenotazione, ma con organizzazione in loco. Per questo ci confronteremo con l’Ufficio scolastico, i Rettori e i Prefetti per coordinare il tutto. Con l’assessore Roberti, invece, valuteremo come procedere per la Polizia locale. Nel frattempo, speriamo che il ministero della salute possa chiudere l’accordo per coinvolgere i medici di base, che somministreranno in questa fase solo il vaccino AstraZeneca, che consente modalità di conservazione meno complesse di Pfizer e Moderna”.
Il governatore Fedriga ha quindi annunciato le forniture attese per il mese di febbraio, con 40.950 dosi di Pfizer BioNtech, 14.200 di Moderna e 25.100 di AstraZeneca. Quindi, per gli Over 80 avremo a disposizione 50.150. Dovremo ragionare sempre con una percentuale di salvaguardia, che fin qui ci ha permesso di garantire i richiami. Il mese di febbraio sarà fondamentale per vaccinare gli anziani, mentre ci consentirà di mettere a punto la vaccinazione con AstraZeneca, dove applicheremo le regole che ci vengono date. Per marzo, al momento, abbiamo solo disponibilità generali per l’Italia. E’ cambiata la quantità per regione su sollecitazione del Fvg. Abbiamo spinto per una distribuzione in base ai numeri reali, quindi c’è la possibilità che arrivi un numero superiore di dosi”.
“Speriamo in nuove approvazioni da parte dell’Ema e nel lavoro per il vaccino nazionale, che ci consentirà di risolvere i problemi di approvvigionamento”, ha detto Fedriga. “Mi aspetto che non ci siano preclusioni né sul russo Sputnik né sul vaccino cinese. Su AstraZeneca c’è una buona notizia, ottima se sarà confermata. Sembra, infatti, che garantisca il 70% di copertura dopo la prima dose e l’82% a tre settimane dal richiamo, quindi equiparabile agli altri due. Il fatto che al momento non venga indicato per gli Over 55 è legato solo al fatto che non è stato testato nella popolazione più anziana, ma non significa che sia pericoloso, anzi. Speriamo che possa essere a breve approvato anche per persone più anziane”.
“La terza tipologia di vaccino, Astrazeneca, per combattere il Covid-19 s’inserisce in un conteso di incertezza sui servizi essenziali. In questa cornice costruiamo assieme alle università e al mondo della scuola un sistema che corra parallelo a quello della vaccinazione per gli over 80 utilizzando il modello usato nelle case di risposo. Una volta individuate le persone con le caratteristiche idonee per la vaccinazione e i luoghi dove inoculare il siero di Astrazeneca, il personale dei dipartimenti di prevenzione provvederà ad effettuare le immunizzazioni nei siti previsti”. Lo ha detto il vicegovernatore oggi nell’incontro in videoconferenza, assieme all’assessore regionale all’Istruzione, Ricerca e Università, Alessia Rosolen, con i rettori e i rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale.
La riunione, alla quale seguirà domani quella con i prefetti sul medesimo tema, è stata organizzata per mettere a punto una strategia per il piano vaccinale a favore delle persone con meno di 55 anni a cui è destinato l’antidoto Astrazeneca. Si tratta degli appartenenti al personale dell’istruzione, dell’università, delle forze armate e di polizia e di altri servizi essenziali: un bacino di oltre 82.000 persone.
“Nell’organizzazione – ha evidenziato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia – sarà necessario considerare in primis il numero di persone da vaccinare, tenendo conto dei due indicatori per l’uso del vaccino Astrazeneca: non avere patologie che rendano inidoneo il soggetto secondo il decalogo delle patologie stabilito dal Consiglio dell’Istituto superiore di sanità e avere meno di 55 anni”.
Saranno le università e il mondo scolastico a presentare l’elenco delle persone che hanno firmato il consenso informato, non hanno già contratto il virus e sono idonei secondo le caratteristiche del siero Astrazeneca. Il dipartimento di prevenzione procederà poi ad avviare la vaccinazione nelle sedi deputate. Durante la videoconferenza è stato, inoltre, precisato che non ci sarà distinzione tra personale docente e non docente: “tutti coloro che lavorano nei luoghi dell’università e della scuola rientreranno nella vaccinazione” ha specificato Riccardi.