Doveecomemicuro.it, portale di public reporting sanitario, ha realizzato un’indagine sugli ospedali italiani più performanti per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto, per numero di interventi di bypass aortocoronarico e per volume d’interventi di angioplastica coronarica (fonte: PNE 2019, con cui è stato recentemente aggiornato il sito www.doveecomemicuro.it).
A livello nazionale, c’è un presidio friulano presente in classifica, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste – Cattinara – Maggiore – ASU Giuliano Isontina, classificata al 4° posto in Italia con 837 ricoveri per infarto miocardico acuto eseguiti nel 2018.
A livello regionale, nelle prime posizioni per numero di ricoveri per infarto miocardico acuto ci sono: al 1° posto l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste – Cattinara – Maggiore – ASU Giuliano Isontina, al 2° il Presidio Ospedaliero Universitario Santa Maria della Misericordia – ASU Friuli Centrale di Udine, al 3° l’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone – AS Friuli Occidentale, al 4° il Presidio ospedaliero di Palmanova – ASU Friuli Centrale e al 5° l’Ospedale di Gorizia.
Quanto al volume d’interventi di bypass aortocoronarico, al 1° posto si classifica l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste – Cattinara – Maggiore di Trieste – ASU Giuliano Isontina e al 2° il Presidio Ospedaliero Universitario Santa Maria della Misericordia – ASU Friuli Centrale di Udine.
Riguardo al numero di interventi di angioplastica coronarica: al 1° posto c’è l’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone – AS Friuli Occidentale, al 2° l’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Trieste – Cattinara – Maggiore ASU Giuliano Isontina e al 3° il Presidio Ospedaliero Universitario Santa Maria della Misericordia – ASU Friuli Centrale di Udine.
“In base alle evidenze scientifiche, un maggior numero di casi trattati da una struttura sanitaria ha un impatto significativo sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure. Perciò, il Decreto ministeriale sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (DM 70/2015) fissa delle soglie minime al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.
In Friuli Venezia Giulia, le strutture pubbliche o private accreditate che nel 2018 effettuano ricoveri per infarto miocardico acuto sono 12 (14 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). La soglia ministeriale di minimo 100 ricoveri annui è ottenuta dal 66,6% degli ospedali, pari a 8. A rispettare tutti e tre i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 100 interventi annui, mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all’8% e PTCA entro 48 ore dal ricovero uguale o superiore al 45%), invece, è il 16,6% dei centri, pari a 2.
Quanto al bypass aortocoronarico, le strutture che eseguono almeno 5 interventi annui sono due. Il valore di riferimento ministeriale di minimo 200 interventi l’anno è rispettato dal 100% dei centri, pari a 2. A rispettare entrambi i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 200 interventi annui e mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all’1,5%) è sempre il 100% dei centri. (Anche nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 5 interventi di bypass erano due. Il 50% di esse, pari a 1, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume e sempre il 50% rispettava entrambi gli standard ministeriali).
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano interventi di angioplastica coronarica sono tre (6 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). Il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi l’anno è rispettato dal 100% dei centri. (Nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 10 interventi di angioplastica erano 3. Il 100%, pari a 3, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume).
Quanto alla quota di residenti che scelgono di farsi curare nella Regione, per ciò che concerne l’infarto miocardico acuto si attesta al 98%, per il bypass aortocoronarico al 98% e per l’angioplastica coronarica al 94,3%.
Un dato nazionale positivo emerso dal confronto delle edizioni del Programma Nazionale Esiti relative agli anni 2012 e 2018 è il calo di ricoveri per infarto miocardico acuto che in 6 anni hanno registrato un -7,6%.
“Questo risultato dipende in gran parte dalle strategie di prevenzione cardiovascolare e dalla consapevolezza sempre più diffusa dell’importanza di avere stili di vita corretti”, dice Marco Di Eusanio, Direttore della Cardiochirurgia dell’AOU Ospedali Riuniti di Ancona. “La riduzione dei ricoveri, in particolare per quanto riguarda gli infarti STEMI, i più urgenti, si deve molto anche all’efficacia dalla prevenzione farmacologica con statine, antiaggreganti e al miglior controllo dell’ipertensione arteriosa”, aggiunge Gian Piero Perna, Direttore del reparto di cardiologia del medesimo ospedale.