Il Friuli Venezia Giulia ha espresso il proprio consenso all’intesa tra la Conferenza delle Regioni e il Governo sulle ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia’.
Il protocollo non prevede la quarantena automatica della classe in caso di positività, una scelta che dovrà essere presa di volta in volta valutando l’entità del focolaio.
Le indicazioni vanno dalla misurazione della temperatura (in caso sia sopra i 37,5° l’alunno e il personale dovranno rimanere a casa) all’attenzione ai possibili sintomi riconducibili al Coronavirus, che vanno identificati il prima possibile.
Nel caso ci si senta male a scuola, si dovrà tornare subito a casa; in attesa dei genitori, lo studente potrà rimanere, con un adulto dotato di Dpi, in un’area separata, che dovrà essere individuata in modo da non creare allarmismo o stigmatizzazione. Il protocollo prevede, poi, un piano di sanificazione straordinaria dei luoghi frequentati dalla persona eventualmente risultata positiva. La famiglia si rivolgerà al pediatra/medico di base che stabilirà se eseguire il tampone e, in base all’esito, definirà l’eventuale quarantena.
Andrà individuato un referente scolastico Covid all’interno dell’istituto e nel Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria competente. E’ richiesta, poi, la collaborazione delle famiglie e degli operatori nella tempestiva comunicazione di eventuali positività; nel massimo rispetto della privacy, le informazioni saranno poi diffuse nell’ambito dei contatti-classe, in modo da consentire il tracciamento dei contatti più stretti.
Il vicegovernatore con deleghe a Salute e Protezione civile Riccardo Riccardi evidenzia che, da parte della Regione, in vista della riapertura delle scuole, permangono perplessità in merito alle disposizioni nazionali sul trasporto pubblico locale e il dimensionamento delle aule scolastiche, oltre al nodo dei nuovi insegnanti.