Il fenomeno del bullismo è in continua crescita, soprattutto nella sua forma “virtuale”, legata cioè al mondo del Web. Per bullismo si indicano generalmente le prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei. La definizione del fenomeno si basa su tre condizioni: intenzionalità, persistenza nel tempo, asimmetria nella relazione. Esso è pertanto contraddistinto da un’interazione tra coetanei caratterizzata da un comportamento aggressivo, da uno squilibrio di forza/potere nella relazione e da una durata temporale delle azioni “vessatorie”.
Il fenomeno è in continua evoluzione: le nuove tecnologie a disposizione, Internet o telefono cellulare, sono divenute ulteriori potenziali mezzi attraverso cui compiere e subire prepotenze o soprusi. Il cosiddetto ‘cyberbullismo’ consiste nell’invio di messaggi offensivi, insulti o foto umilianti tramite sms, e-mail, diffuse in chat o sui social network, allo scopo di molestare una persona per un periodo più o meno lungo.
Per quanto riguarda i dati, più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni riferisce di essere rimasto vittima, negli ultimi 12 mesi di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Quasi uno su cinque (19,8%), dichiara di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà di questi casi (9,1%), si tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi: oltre il 55% è stata oggetto di prepotenze. Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi.
“A questi numeri bisogna aggiungere il fatto che l’80% dei bulli, se non vengono rieducati, entro i 22 anni compiono altri reati” commenta Angelica Giancola, criminologa che da anni si occupa di queste tematiche.
“Sono avvocato e Mediatore professionista, oltre ad aver conseguito il Master in Criminologia critica, prevenzione e sicurezza sociale all’Università di Padova – precisa -. Nella mia attività mi occupo prevalentemente di devianza minorile con particolare attenzione al fenomeno del bullismo, violenza sulle donne, stalking, femminicidi, infanticidi. Sono stata relatrice a diversi convegni in materia di bullismo, stalking e violenza di genere e docente agli incontri di aggiornamento della Polizia di Stato. Negli ultimi anni sono stata chiamata da alcuni Istituti scolastici della Provincia di Udine a spiegare ai genitori e ai ragazzi cos’è il bullismo, come riconoscerlo e come difendersi”.
“Collaboro con la Questura di Udine – Ufficio Minori e con la Polizia Postale nella campagna di informazione agli studenti sulle responsabilità penali e civili conseguenti agli atti di bullismo e di cyberbullismo. Questo per dire che ho una grande esperienza alle spalle”.
“Ecco perché vorrei partire con un’iniziativa interdisciplinare per aiutare ragazzi e famiglie. Quello che vorrei realizzare è uno sportello al quale i ragazzi e i genitori possono rivolgersi ottenendo, a seconda delle necessità, aiuto in campo legale, psicologico, di sostegno. Penso anche alle coppie che si separano: i loro figli spesso attraversano un periodo molto difficile di ‘guerra tra i genitori. Una struttura come quella che sto progettando aiuterebbe in primis i ragazzi, ma poi anche i genitori ad affrontare la situazione al meglio, senza dimenticare di sensibilizzare anche gli insegnanti sulle problematiche connesse”, conclude Giancola.