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Il tema della campagna vaccinale anti-Covid resta in primo piano. Dopo le riduzioni unilaterali decise da Pfizer BioNtech – che per il Fvg si sono tradotte in un 54% in meno di dosi – la maggior parte delle Regioni si è vista costretta a rimodulare il calendario delle prenotazioni, chiudendo di fatto alla possibilità di proseguire con le prime somministrazioni.
In questo momento, insomma, l’obiettivo rimane quello di garantire le seconde dosi a personale sanitario, ospiti e operatori delle case di riposo, per poi stabilire come e quando potrà iniziare l’immunizzazione degli Over 80. Nel corso della prossima settimana, in Fvg sono attese 16.500 dosi, che consentiranno di effettuare tutti i richiami, grazie anche alle quantità ‘di scorta’ mantenute precauzionalmente in casa. Attesa, poi, anche la prima consegna dei vaccini Moderna, con 1.300 dosi.
Resta però da capire quando potranno ricominciare le nuove vaccinazioni. Il tema è stato al centro ieri del vertice tra Regioni e Governo, con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e il commissario Domenico Arcuri. Accanto ai ritardi di Pfizer, infatti, è suonato un altro campanello d’allarme: anche AstraZeneca – il vaccino che l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, dovrebbe approvare a fine mese e sul quale l’Europa e l’Italia avevano molto puntato per una massiccia iniezione di antidoti – non sarà in grado di garantire le forniture promesse, con una riduzione di circa il 60% nel primo trimestre.
Una notizia che ha scatenato l’ira del premier Giuseppe Conte che ha affidato a Facebook il suo commento: “Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti. Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei delle dosi di vaccino già programmate e questo sta penalizzando proprio i Paesi che, come l’Italia, stanno correndo più velocemente: le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate. Ma ancora più preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell’Unione Europea”.
“Il ministro Speranza e il commissario Arcuri hanno incontrato con urgenza i vertici di AstraZeneca Italia, che però hanno confermato il ridimensionamento della capacità produttiva. Tutto questo è inaccettabile. Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea”, continua Conte.
“Questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia. Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”, conclude il premier.
In attesa di capire se ci saranno azioni legali e quali effetti potranno produrre sulle ditte produttrici, il ministro Boccia ha fatto sapere che “sulla campagna di vaccinazione il coordinamento Stato-Regioni sarà convocato in maniera permanente fino a quando non avremo certezze, da tutte le aziende coinvolte, sulle quantità definitive”.
Non è esclusa anche una ridistribuzione a livello nazionale, per ‘compensare’ proprio le Regioni, come il Fvg, che sono state più penalizzate dai tagli. “L’Italia pretende il rispetto dei contratti europei: tempi e quantità. Oggi il commissario Arcuri ha comunicato che, nel primo trimestre, nonostante i contrattempi comunicati in queste ore dalla Pfizer e da Astrazeneca, arriveranno circa 15 milioni di dosi. Dopo la vaccinazione degli operatori sanitari sarà il turno degli ottantenni e subito dopo dei settantenni. È nostro dovere mettere in sicurezza e nel più breve tempo possibile i più fragili e i più deboli”.