Il 25, 26 e 27 agosto prende il via, a Gorizia, “Se io fossi caino – Festival di Teatro e Arte del Carcere – terza edizione”.
La Manifestazione, che continuerà fino a novembre spostandosi anche a Trieste, è dedicata al tema della detenzione e propone eventi che coinvolgono direttamente i detenuti così come proposte artistiche che favoriscono una maggiore consapevolezza e stimolano una riflessione da parte del pubblico. L’obiettivo è quello di aprire alla vista e alla comprensione delle persone la realtà del carcere, che è generalmente poco conosciuta e che spesso fa paura. Il carcere è un luogo fisico ma non solo, è anche il luogo in cui molte questioni etiche, morali, giuridiche e sociali convergono: il Festival, rivolgendosi alla Comunità, mette in atto un interessante tentativo, attraverso l’arte, di riflettere su di esse.
Non solo Teatro con i detenuti dunque, ma anche spettacoli, laboratori, conferenze per promuovere una maggiore consapevolezza nella Comunità e dialogare con un pubblico trasversale, e non solo di “addetti ai lavori”. E proprio agli eventi collaterali è dedicata questa prima parte del Festival alla quale seguiranno altre due tappe ad ottobre, con lo spettacolo dei detenuti della Casa Circondariale di Gorizia, e a novembre, con lo spettacolo dei detenuti della Casa Circondariale di Trieste ed i laboratori dedicati alle fasce di età più giovani.
Vediamo dunque il programma delle giornate di agosto: Mercoledì 25 agosto alle ore 20.30 presso Palazzo De Grazia va in scena il monologo “IL GIOVANE CRIMINALE – Genet / Sasà” di e con SALVATORE STRIANO. Salvatore Striano, attore e autore, nel carcere di Rebibbia si appassiona al teatro, esordisce al cinema in Gomorra grazie al regista Matteo Garrone, interpreta poi magistralmente la parte di Bruto in “CESARE DEVE MORIRE”, film dei fratelli Taviani (Orso d’Oro al Festival di Berlino). Lo spettacolo è consigliato ad un pubblico adulto. Il 26 agosto, al Parco Basaglia, è la volta di Elisa Menon con “SILENZIO” monologo per bambola e attrice. Interprete, autrice e regista del lavoro, Elisa Menon ci racconta una storia delicata che si mette dalla parte della vittima per scandagliarne le dinamiche emotive e psicologiche. In chiusura, il 27 agosto, presso l’Oratorio Pastor Angelicus, potremo assistere all’interessante Conferenza “QUANDO IL CARCERE NON C’ERA” che illustrerà le tappe dell’evoluzione della pena dall’antichità ai giorni nostri con uno sguardo alle prospettive future rappresentate dalla giustizia riparativa, non mancherà il tempo per una riflessione filosofica e spirituale curata da Don Franco Gismano.
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, i posti sono limitati ed è consigliata la prenotazione, sarà infatti possibile accedere anche presentandosi in loco, ma solo se ci saranno ancora posti disponibili. Informazioni e prenotazioni all’ indirizzo mail [email protected] oppure chiamando il 333 3762495. La partecipazione agli eventi è subordinata al rispetto delle regole adottate per la prevenzione della diffusione del Covid-19.
Il Festival, organizzato dalla Compagnia Teatrale Fierascena in collaborazione con la Caritas Diocesana di Gorizia che ha partecipato alla definizione del programma e ha affiancato la Direzione artistica nell’organizzazione delle serate è finanziato da: Regione Fvg, Fondazione Carigo, Arcidiocesi di Gorizia – Caritas Diocesana, Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo, ENAIP (Rete nazionale di servizi per la Formazione e il Lavoro), e ha il patrocinio del Comune di Gorizia. Collaborano inoltre al Festival le Carceri di Gorizia e Trieste, il PRAP (Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto), il Teatro stabile Rossetti e il Coordinamento nazionale Teatro e Carcere.
Un ringraziamento sentito va alla Parrocchia dei Ss. Ilario e Taziano e al Centro di Salute Mentale 24ore Distretto Alto Isontino di ASUGI.