Lutto nel mondo dello spettacolo per la scomparsa dell’attore Gianrico Tedeschi, decano del teatro italiano che per un decennio ha collaborato con il Teatro di Cormons e ArtistiAssociati.
Nato a Milano nel 1920, aveva festeggiato 100 anni lo scorso 20 aprile. Volto noto al pubblico grazie al varietà e alla pubblicità in tv con Carosello, si è spento nella sua casa di Crabbia di Pettenasco, sul lago d’Orta.
Durante la seconda guerra mondiale, Tedeschi parte in guerra per la Grecia, e dopo l’8 settembre viene portato in un lager nazista in Germania dove recita con i compagni di prigionia. Il debutto ufficiale nel 1947 con Giorgio Strehler. Nella sua carriera non c’è stato soltanto il teatro, ma anche la tv, la pubblicità, la radio accanto a Raffaella Carrà e il cinema, diretto da grandi registi.
In Fvg, a Cormons, insieme ad ArtistiAssociati, ha calcato le scene dei teatri regionali con testi importanti interpretati magnificamente.
La famiglia ArtistiAssociati perde un componente, uno degli artisti più profondi e allo stesso tempo capace di grande leggerezza, un attore capace di spaziare in tutti i generi teatrali, dal varietà al dramma, con un talento fuori dal comune e, prima di tutto, un uomo eccezionale. Gianrico Tedeschi ha partecipato alla nostra vita per dieci anni, portando in dono a Cormons, in occasione dell’inaugurazione del Teatro Comunale nel 1998, un intervento che era la celebrazione stessa del significato del teatro.
Abbiamo sentito il direttore di ArtistiAssociati, Walter Mramor, che ricorda l’amico e maestro scomparso: “È una grande perdita per il Teatro Italiano. Tedeschi è stato il più grande, un attore eclettico che ha percorso tutte le categorie teatrali: la commedia, il dramma, l’operetta”.
“Con ArtistiAssociati abbiamo lavorato assieme per dieci anni, dal 2000 al 2010, al Teatro di Cormons dove sono nati progetti importanti come ‘Minetti‘ di Bernhard, ‘Le ultime lune‘ di Bordon (spettacolo è diventato un evento nazionale da primato con 550 recite dal 2001 al 2010 in tutti i teatri d’Italia, ndr.) e poi lo spettacolo scritto da Tedeschi stesso, ‘Smemorando-La ballata del tempo ritrovato‘ nel quale ha parlato della memoria come ‘atletica del cervello’ per mantenersi giovani – racconta Mramor -. Un racconto molto personale in cui descrive la sua prima esperienza teatrale avvenuta in un campo di concentramento, dove era stato rinchiuso dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò”.
Da Milano a Cormons, Gianrico trasferisce la sua attività e anche la sua famiglia tanto da divenire in poco tempo un cormonese d’adozione amatissimo e da essere insignito della cittadinanza onoraria.
“L’ho conosciuto quando ero un giovane attore, nel 1980 all’Argentino di Roma – ricorda Mramor -, dove lui era primo attore. E’ stato il ‘papà’ del Teatro di Cormons, avviato alla fine del 1998, un’attività felice e sempre in sintonia. Gianrico Tedeschi ci ha formato, è stato un punto di riferimento imprescindibile per il teatro italiano”.
“Si è spento nel sonno, ha avuto una bella vita serena ed è stato molto amato dalla sua famiglia e dagli amici. Avevamo pensato di fargli una festa per i 100 anni, ma poi il programma è saltato a causa della pandemia e allora gli abbiamo realizzato un video di auguri che gli abbiamo inviato – ricorda con emozione Mramor -. E’ stato un uomo e un artista generoso che senza voler mai insegnare aiutava a crescere, accompagnando per mano gli altri. L’eredità che ci lascia Gianrico Tedeschi non andrà persa”.
L’intero staff di ArtistiAssociati e il direttore Walter Mramor si stringono alle care Marianella, Sveva ed Enrica con grande affetto.
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Gianrico Tedeschi, il ricordo del direttore Franco Però
“Due anni fa, mentre lavoravamo ai “Miserabili”, Franco Branciaroli una mattina mi chiama e mi ricorda che Gianrico Tedeschi quel giorno compiva 98 anni. Lo chiamo, non risponde. Poco dopo sul display del mio cellulare compare il suo nome. Al telefono c’è Marianella, sua moglie, che me lo passa. Un Gianrico felice mi ringrazia del pensiero e ricorda l’ultima sua venuta al Rossetti: era stato due stagioni prima, con “Dipartita finale”, quella follia messa in piedi da Branciaroli, in cui quattro meravigliosi squinternati rileggevano Beckett (Tedeschi, Pagliai, Donadoni e Branciaroli). Chiuso il telefono mi passano davanti le immagini dello spettacolo. La voce di Gianrico che arrivava senza bisogno di alcun supporto fino in fondo alla platea e poi lui, in camerino; lì dimostrava tutti i suoi 96 anni, poi si faceva accompagnare in palcoscenico e una volta entrato in scena si dimenticava del tempo reale e lo faceva dimenticare al pubblico.
Un paio di stagioni prima ero andato a vederlo in una commedia diretta da Maccarinelli. Era la storia di un vecchio – in gioventù un partigiano – obbligato a letto, poiché era stato investito dall’auto guidata da un ragazzo… Il giudice infligge come pena al ragazzo, di custodire il vecchio. A un certo punto dello spettacolo, il giovane prende in braccio l’altro per portarlo al bagno. La disinvoltura di Gianrico nel farsi prendere in braccio, in mutande e maglietta, continuando a scambiarsi battute ironiche con il ragazzo aveva fatto scoppiare alla loro uscita un applauso a scena aperta.
Certamente ha avuto ragione lui, una ventina d’anni fa, quando rifiutò una commedia che gli avevo proposto: era la storia di un padre anziano, che non vuol mollare il suo lavoro in libreria, contro la volontà dei figli. “E scritta proprio bene, intrigante, ma io non sento ancora quel problema…”. Non l’ha sentito fino all’ultimo! Ciao Gianrico»
Con questo toccante ricordo, Franco Però direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia saluta Gianrico Tedeschi, grandissimo e generoso protagonista di tanti spettacoli sul palcoscenico del Politeama Rossetti. Pochi mesi fa menzionavamo il suo “Dipartita Finale” e la produzione sveviana “La Rigenerazione” di cui era stato impeccabile interprete, per festeggiare il traguardo dei suoi 100 anni. È difficile ora lasciar andare un amico tanto prezioso.