Importante appuntamento, questa sera, per gli amanti della Musica Sacra. La Cattedrale di Gorizia, ospiterà alle 20.30 il tradizionale appuntamento con il “Concerto dei Patroni”, momento corale in cui i cori parrocchiali di Gorizia, riuniti in più voci ed accompagnati dall’orchestra, eseguono brani di repertorio tradizionale dell’Arcidiocesi di Gorizia. Quest’anno, in particolare, il pubblico potrà ascoltare la Missa Aquileiensis del maestro Cesare Augusto Seghizzi, composta nel 1913 ed eseguita l’11 maggio dello stesso anno per ricordare il seicentesimo anniversario dell’Editto di Milano.
La Missa Aquileiensis fa intendere il grande interesse che il compositore Seghizzi nutriva verso il canto Patriarchino, secolare stile melodico-musicale della Chiesa Aquileiese, che il Seghizzi aveva appreso attraverso antichi antifonari e messali. La partitura attuale, quella che i cori utilizzano, è una rielaborazione di Fulvio Madotto, maestro della Cappella Metropolitana di Gorizia, che si è anche occupato dell’orchestrazione completa del Credo, tralasciata dal Seghizzi.
“Nella Missa Aquileiensis” spiega lo storico e paleografo Vanni Feresin “la scrittura musicale è completamente estranea ad una rigorosa trascrizione paleografica dei codici. Seghizzi studia le salmodie più antiche e in mesi di intenso lavoro estrapola piccole sequenze di canto patriarchino decidendo di svolgere un percorso del tutto originale, liberamente ispirato alle melodie stesse. Quindi sono riscontrabili micro tracce delle salmodie antiche, perfettamente incastrate, e sparse in punti precisi, come gli incipit unisoni del Gloria, del Credo e del Sanctus, o in singoli avvenimenti musicali come nell’unisono di chiusura del “Christe eleison”, nel “benedicimus te”, “glorificamus te” e nel “Rex coelestis” del Gloria o nel “Deum de Deo” [bassi soli] e nel “genitum non factum” [contralti soli] del Credo. Questa fusione musicale di antico e moderno, con accenti post romantici, determina una vera e propria poesia in musica, la messa infatti è una grande meditazione sul mistero di Dio.
Le tre voci [Alti, Tenori, Bassi, in qualche passaggio anche i Baritoni] sembrano narrare antichi racconti attraverso echi e melodie arcaiche: i “piano” e i “pianissimo”, i crescendi e i diminuendi, i rari “fortissimo” improvvisi, vogliono sottolineare la parola cantata e l’arcano che sta in essa; tutta la composizione è un’intima lirica che evoca all’ascoltatore sentimenti di partecipazione, di misticità e di incantevole movenza ritmica, in una sorta di generale libertà stilistico – armonica che è anche una delle peculiarità del canto patriarchino, cioè la vera libertà dei figli di Dio che hanno avuto da lui anche l’arte musicale.”
L’esecuzione della Missa Aquileiensis sarà preceduta dal Concerto per tromba e orchestra d’archi di G. Torelli, alla tromba Elisa Gerolimetto. Sarà quindi proposto lo Stabat Mater di G.B. Pergolesi con Lorella Grion come soprano ed Elisabetta Jarc come alto.