Un’artista sempre controcorrente, non convenzionale e controversa, reduce da un periodo definito “di auto-rinnovamento”, per aprire un altro anno di – si spera – grandi concerti in regione. Per un anno bisestile, la scelta non poteva essere più… azzeccata, visto che Sinéad O’Connor è da più di 30 anni tra gli esponenti più imprevedibili della musica britannica. Dopo un tour sold out in Irlanda e nel Regno Unito, torna nell’Europa Continentale toccando anche la nostra regione: giovedì 16 al Capitol di Pordenone per il primo di tre concerti sul territorio nazionale. Date attese, se si considera che Sinéad O’Connor aveva lasciato il palco nel 2015, dopo l’album I’m not bossy, I’m the boss, per intraprendere un percorso di rinascita che l’ha portata a trovare conforto nella religione islamica e indossare il velo sul palco.
Nata nel ’66, cresciuta nell’Irlanda della guerra civile, dotata di una voce unica, nel 1987 pubblica il suo primo album The Lion and the Cobra, subito disco di platino, e nel ’90 conosce il momento di maggior successo col singolo Nothing compares 2U, scritto da Prince. Con la sua immagine unica e uno stile vocale inconfondibile, la visionaria O’Connor ha vissuto alti e bassi di una carriera in cui i successi discografici si sono alternati a polemiche (come quelle contro la religione cattolica) e momenti di crisi personale (una delle quali la fece diventare prete!). Le cronache parlano ora di un lungo viaggio spirituale che l’ha condotta da un’esistenza irrequieta a un nuovo inizio. (a.i.)
Sinead O’Connor, il ritorno di una voce polemica
A Pordenone giovedì 16 con la prima tappa in Italia del tour che rappresenta il ‘nuovo inizio’ dopo la conversione all’Islam e il ritorno sulle scene
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