Un buco dai colori ammalianti, che via via diventa sempre più nero. Pericoloso e allo stesso tempo affascinante. E’ il Gorgazzo, la grotta carsica che si trova a Polcenigo e davanti alla quale non si può non rimanere a bocca aperta. Dentro a quel buco, che da sempre ha attratto come una calamita gli speleosub di mezzo mondo – nonostante in quelle profondità abbiano perso la vita ben 9 persone, cosa che per un periodo ha spinto il Comune a vietare le immersioni – c’è ancora l’ignoto.
Luigi Casati, nel 2008, ha toccato il record di profondità, scendendo fino a 212 metri. Cosa ci sia sotto, nessuno lo sa. Lo stesso esploratore, nato a lecco nel 1964 e noto per le sue imprese estreme, nel febbraio dello scorso anno aveva provato a scendere più in basso dovendo, rinunciare per un mal di schiena improvviso. In questi gironi, Casati è di nuovo a Polcenigo. Dopo aver fatto le prove generali negli scorsi giorni e piazzato bombole e sistemi di sicurezza lungo il percorso sabato 28 gennaio tenterà di superare il suo record. La sorgente del Livenza lo attende. C’è veramente da trattenere il fiato.