Sbarchi. Passeur. Clandestini. Porti aperti (o chiusi). Sono tutte parole che definiscono quella che oggi chiamiamo ‘emergenza immigrazione’ sulla cui gestione, proprio in queste ore, l’Unione Europea ha annunciato un cambio di rotta. Abbiamo deciso, però, di lasciare per un attimo da parte l’accoglienza di quanti arrivano nel nostro Paese e di concentraci, invece, su quanti stranieri in Italia vivono e lavorano già da tempo, al punto da aver preso la residenza entro i nostri confini.
Secondo le statistiche, nella nostra regione, la percentuale di stranieri residenti al 31 dicembre 2018 (ultimo dato disponibile) raggiunge il 9,1%, superando di poco la media nazionale che si attesta sull’8,7%. Il dato significativo è un aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente, mentre la tendenza degli ultimi 15 anni è una crescita costante. La comunità straniera più numerosa in Friuli Venezia Giulia è quella proveniente dalla Romania con il 23,0% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Albania (8,7%) e dalla Repubblica di Serbia (6,2%). Guardando fuori dall’Europa, dal Bangladesh arriva il 4% degli stranieri, dal Marocco il 3,8%, dalla Cina il 3,5% e dal Pakistan il 2,8%.
“Premetto che sono stato nominato presidente dell’Anci da pochi giorni e non mi sento di esprimere ancora un commento complessivo sulla realtà della nostra regione che è molto diversificata – dichiara Dorino Favot -. Di certo c’è il fatto che gli stranieri residenti, occupati nel nostro territorio e integrati, rappresentano un elemento importante della nostra società. Un fattore che, però, va gestito, di solito dai Comuni che intervengono sul campo”.
Entrando nello specifico del comune di Prata di Pordenone, di cui è sindaco, però, Favot commenta il dato che vede la popolazione residente composta al 18% da stranieri. Una percentuale tra le più alte del Friuli Venezia Giulia.
“La maggior parte di queste persone – spiega – abitano e lavorano nel nostro territorio da anni, attirate nella zona dall’offerta lavorativa rappresentata dal Distretto del mobile, che, dopo anni di crisi, sta ripartendo sia in termini di fatturato che di produttività. Si tratta soprattutto di persone che arrivano dall’Est europeo, soprattutto dalla Romania. Un’altra grande fetta, arrivati più di recente, giungono dalla zona del subcontinente indiano. In questo caso si verifica una situazione anomala: i genitori continuano a parlare la propria lingua e faticano a imparare l’italiano. Sono i figli, invece, che frequentano la scuola, che che poi la insegnano agli adulti”.
110mila stranieri sono di casa in Fvg
Chi arriva dall’Asia, soprattutto dal subcontinente indiano, spesso impara l’italiano dai figli che frequentano la scuola nel nostro Paese
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