Non c’è due senza tre e così il polo educativo creato dal Gruppo Danieli a Buttrio, dopo scuola dell’infanzia e primaria, ha inaugurato la secondaria di primo grado.
E’ stata intitolata a Luca Pacioli, religioso, matematico ed economista del ‘400, perché ben rappresenta, secondo le parole del presidente Gianpietro Benedetti, “il giusto mix tra visione umanistica e conoscenza scientifica”. Che è il mix di tutto l’Educational Hub Zerotredici la cui creazione è iniziata nel 2009 con un ‘asilo aziendale’.
“Siamo partiti dall’idea di ospitare i bambini più piccoli per aiutare le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, dando la possibilità di accudirli dalle 8 alle 18 – ha continuato Benedetti – e poi abbiamo continuato…”.
La scuola ‘media’ è ospitata in un nuovissimo edificio, concepito in maniera armonica con gli altri del polo, in cui il comfort luminoso e acustico sono garantiti da ampie vetrate che danno sul parco e materiali fonoassorbenti. Il progetto è stato curato dall’architetto Marco Zito assieme al suo staff.
Il percorso didattico dei tre gradi scolastici del polo sono seguiti dal Collegio Pio X di Treviso e vanta la formula English Tech Plus che unisce le basi culturali italiane all’irrobustimento di logica e matematica supportato anche dall’uso della lingua inglese veicolare, che può arrivare fino a 14 ore alla settimana.
“Siamo partiti con otto alunni iscritti alla scuola dell’infanzia e oggi possiamo contare 160 studenti” ha commentato Laura Catella, coordinatrice didattica del collegio vescovile trevigiano.
Il taglio del nastro della scuola è stato fatto alla presenza, oltre che del presidente Benedetti, dell’amministratrice del polo formativo Paola Perabò, dell’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, dell’assessore regionale Alessia Rosolen e del sindaco di Buttrio, Eliano Bassi.
“Saper mettere assieme l’attività di una grande azienda con i servizi rivolti ai dipendenti significa concretizzare una visione avveniristica, quasi rivoluzionaria del progetto formativo, come lo furono, nel corso del ‘900, quelli connessi alla realizzazione dei grandi siti industriali, quando le grandi fabbriche furono pensate e realizzate con accanto i luoghi dove la vita di chi vi era occupato potesse essere condensata e si svolgesse regolarmente, creando così le condizioni per facilitare la conciliazione famiglia-lavoro, ma anche per l’integrazione dei più giovani nella realtà nella quale avrebbero potuto essere occupati da adulti”, ha detto Rosolen.
“Riuscire a mettere insieme – ha aggiunto – una scuola e una fabbrica, a far conoscere un territorio agli allievi, com’è nei programmi dell’Hub, dimostra la responsabilità sociale che il Gruppo si assume, e la visione lungimirante di un progetto di società moderna, adeguato alle attese della formazione e della preparazione dei giovani al mondo del lavoro fin dalla età scolare”.
“Un progetto – ha concluso Rosolen – che tiene in considerazione i nuclei fondanti della società che vorremmo auspicare si sviluppino per il futuro dei nostri giovani, e si basa anche sui modelli dell’alta formazione”.