L’antica San Vito al Tagliamento riaffiora durante i lavori di riqualificazione di via Amalteo, in particolare della piazzetta antistante la Biblioteca civica comunale. Il cantiere, che si sta concentrando sulla riqualificazione storica della via in centro, prevede anche la sistemazione di alcuni ambiti laterali, tra cui appunto lo spazio all’aperto destinato a intitolarsi alla memoria di Peppino Impastato e che in questi giorni ha restituito ai sanvitesi preziose testimonianze di tracce della storia locale.
Oggi, martedì 14 luglio, il sopralluogo del Sindaco Antonio Di Bisceglie, che al termine ha parlato di “Una scoperta straordinaria che contribuisce a scrivere pagine certe della storia di San Vito”. Ad accompagnarlo nella visita il responsabile unico del procedimento Ivo Nassivera e il direttore dei lavori, architetto Paolo Zampese. Quest’ultimo, ha fornito alcuni dettagli: “Il progetto per la dotazione delle reti tecnologiche e pavimentazione di via Amalteo ha individuato tre aree di interesse archeologico su cui indirizzare le verifiche esplorative prima delle lavorazioni previste. Le tre zone sono: il sedime dell’antico convento dei Domenicani, la Porta del borgo San Lorenzo; il sedime del rivellino/ponte levatoio della torre Raimonda. Attualmente è in corso lo scavo archeologico del convento domenicano, a cura dell’archeologo Alexiej Giacomini e la sorveglianza della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio Friuli Venezia Giulia. Durante lo scavo sono state messe in luce le fondazioni del complesso edilizio voluto da Matteo Altan – siamo intorno alla seconda metà del 1400 – dando conferma al contempo di un riscontro planimetrico che si trova in una mappa storica del XVIII secolo e conservata all’Archivio di Stato di Venezia. Quanto fatto venire alla luce del sole è un tassello importante per ridisegnare la geografia di San Vito”.
Le indagini archeologiche si svolgono sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Serena Di Tonto della Soprintendenza regionale, che fornisce una serie di importanti dettagli: “Si è verificato durante i lavori in corso un ritrovamento molto interessante, suscettibile di fornire una evidenza scientifica alla storia di San Vito, in particolare del convento dei Domenicani, come già in realtà emergeva dalla cartografia storica. Quanto messo in luce in questi giorni fa riferimento alle fondazioni murarie del convento in Borgo San Lorenzo che risalirebbero alla seconda metà del 1400”. Spazio che nei secoli ha mutato l’aspetto, spogliato nel 1800 di ogni presenza e quindi trasformatasi nell’attuale piazzetta. “Non sono stati ritrovati piani di calpestio, ma si possono comunque individuare, grazie alla documentazione del 1700, l’uso delle stanze di cui oggi si vedono solo delle tracce ovvero un piccolo ingresso/ corridoio, una stanza dedicata alla scuola e la stanza del buratto”. Si trattava di una macchina setacciatrice capace di filtrare la parte più fine del macinato dal cruschello. “In ultimo, gli scavi archeologici hanno fatto emergere le tracce di un piccolo cortile scoperto”. Nel loro complesso, sono strutture risalenti alla metà del XV secolo, come appare dal ritrovamento di manufatti all’interno della malta che tiene insieme il materiale laterizio.
Allo stato attuale lo scavo archeologico prevede la catalogazione di ogni materiale, la georeferenziazione del sito e la documentazione fotografando ogni angolo, utilizzando allo scopo anche un drone per le riprese dall’alto. Quindi il sito sarà rivestito per essere meglio conservato e infine ricoperto di terra. Il progetto di riqualificazione prevede un rivestimento finale in mattonelle. Ma il Sindaco già annuncia la volontà di “lasciare una traccia del ritrovamento delle antiche fondamenta della parte più antica del convento dei Domenicani, così che ne abbiano a memoria le generazioni future”.
Cenni storici
Si dice che per la “salvezza della sua anima”, il Conte Matteo Altan volle – in cambio dell’obbligo da parte dei Frati Domenicani, da lui fatti venire a SanVito da Venezia, di celebrare ogni anno il suo anniversario – impegnare con testamento i suoi eredi (correva l’anno 1479) per espletare una serie di incombenze da realizzarsi nel Borgo di San Lorenzo. Questo avvenne fino a poco oltre la metà del 1700 circa.
Le richieste di Matteo Altan furono quelle di completare la chiesa di San Lorenzo, posta nell’area del suo giardino, e di affidarla ai frati. Poi, di erigere il campanile fornito di campane, donare alla chiesa una croce e un calice con patena e, infine, di corrispondere in dote ai frati ogni anno il necessario per il sostentamento. La chiesa, iniziata intorno al 1479, venne poi consacrata nel 1487 come attesta l’iscrizione sul portale.
Poiché si trovava annessa al convento dei Domenicani, fu affidata a questo ordine, che la officiò fino al 1770, quando il convento fu soppresso dalla Serenissima ed i frati furono trasferiti a Udine. I beni furono acquistati, all’asta, dalla famiglia Gasparini di San Vito, nel 1771. Nel 1794 la chiesa e l’annesso convento furono venduti dai Gasparini alla “magnifica comunità” e adibito a “pubblico collegio”. Nel 1836 il sito è censito al catasto di transizione, parte come “casa per uso della scuola comunale” e parte come “casa per uso della deputazione e della scuola comunale”.
Alla fine del 1800 divenne definitivamente sede dell’Amministrazione comunale di San Vito e rimase tale fino al trasferimento degli uffici nel 1994 nella nuova sede municipale e cioè Palazzo Rota – Altan. L’Amministrazione comunale, nel programma di riordino del complesso “dell’ex municipio”, ha destinato, negli anni ‘90 del secolo scorso, l’edificio principale a Biblioteca civica ed il corpo di fabbrica a nord a “foresteria” e oggi ospita un ostello.