Un ricordo commosso delle montagne pordenonesi, che come delle braccia si stringono attorno ai loro emigranti ogni volta che tornano a casa. E il rientro in Friuli Venezia Giulia, per la prima volta dopo 64 anni di lavoro all’estero, di un corregionale residente in Argentina. Sono stati questi solo alcuni degli episodi che hanno caratterizzato il convegno della 37. Edizione del raduno dei pordenonesi nel mondo svolta a Travesio dal 25 al 27 luglio e organizzata dall’Ente friulano per l’assistenza sociale e culturale degli emigranti (Efasce) presieduto da Michele Bernardon. Tema di quest’anno è stato “L’emigrazione friulana prima e dopo la Grande Guerra” argomento trattato per la componente storica dal professor Gianni Colledani e dallo studioso Giuliano Cescutti. Lo spaccato che ne è emerso dai loro racconti è stato quello di una regione che nel 1914 ha visto rientrare in Italia – per poi trasferirsi sul fronte – circa 80 mila lavoratori stagionali, ai quali si sono aggiunti coloro che ormai si erano trasferiti in pianta stabile all’estero. Un’ondata di rientri che rappresentò allora un problema, in quanto la guerra non era ancora iniziata e a queste persone era necessario dare un lavoro.
Terrazzieri, maestranze specializzate, carpentieri, imprenditori; ognuno con la propria storia e con il proprio bagaglio di affetti lasciati alle spalle per tornare nella madrepatria, dove abbracciare il fucile per andare alla guerra. Le vicende di alcuni di loro sono state scritte da corregionali che vivono in diverse parti del mondo e ora raccolte in un opuscolo distribuito nel corso del convegno. Tutto ciò faceva parte del concorso letterario indetto dall’Efasce lo scorso febbraio, al quale hanno partecipato numerosi emigranti. Sono racconti semplici, di chi forse non ha scritto una pagina di storia, ma ha sicuramente combattuto per quei valori che sentiva propri. Come quelli di Luigi e Pietro Cartelli di Maniago, rientrati dalla Germania, arruolati nell’8. Alpini e nel 2. Reggimento di artiglieria, il primo morto sul fronte, il secondo sopravissuto e poi di nuovo espatriato a New York. Una storia, la loro, narrata da Alessandra Cartelli ora residente negli Stati Uniti, così come quella del segretario Efasce di Philadelphia Robert Roman che invece ha messo nero su bianco le vicende dei suoi avi Pietro Maieron e Rino Roman. Scavare nei ricordi per portare alla luce i racconti dei nonni è stata per alcuni di loro anche un sorta di ricerca della verità. Come nel caso di Nelida Mattiussi, ora residente in Argentina: mentre raccoglieva i documenti del nonno Gregorio, ha scoperto che nel suo rientro dall’America latina per arruolarsi nell’esercito, non arrivò mai in Italia in quanto morì sul treno a pochi passi dalla madre patria. Toccanti poi i racconti di Mario Treppo e Wilma Lovisa. Il primo, partito a sei anni da casa per andare in Canada con i propri genitori, ha fatto rientro in Italia per la prima volta ieri per partecipare al raduno dei Pordenonesi nel mondo di Travesio e raccontare la storia del nonno Angelo Giacomini che ha combattuto a Caporetto. Infine Wilma Lovisa, che prendendo spunto dalla storia nel nonno Osvaldo arruolato negli Alpini, ha ricordato come sia per lei una grande gioia tornare ogni volta nella Destra Tagliamento. “Quando arrivo a Cavasso – ha detto dal palco accompagnata dalla mamma novantaquattrenne – le montagne sembrano stringerci in un abbraccio materno e darci il benvenuto a casa”.
Quello di oggi non è stato solo un momento di amarcord, ma anche uno sprone al futuro per le associazioni egli emigranti. Lo ha ricordato il console onorario del Canada Primo De Luca dicendo come i sodalizi che si occupano di corregionali debbano pensare ai giovani e stringere accordi con Università, associazioni di categoria e centri di ricerca all’estero. Un messaggio, il suo, colto anche dal vicepresidente della Regione e da quello della Provincia, Sergio Bolzonello ed Eligio Grizzo nonché dal sindaco di Travesio Diego Franz, che ha trovato però concretizzazione negli interventi dei giovani rappresentanti del segretariato virtuale di Londra Silvia Casagrande e Andrea Quattrin. Il oro contributo al convegno ha riguardato la presenza delle truppe inglesi nella Destra Tagliamento durante il primo conflitto bellico.
Domenica si è tenuta la terza e ultima giornata del raduno. Il programma prevedeva, sempre a Travesio, alle 10 la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti, mentre alle 10.30 la celebrazione della Messa nella chiesa di San Pietro, alla presenza del Vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini. In quell’occasione sonoo stati consegnati gli attestati per gli anniversari di matrimonio dei corregionali presenti alla manifestazione, mentre alle 12, nell’auditorium comunale, la Provincia ha assegnato il premio Odorico da Pordenone al casarsese residente a Città del Capo Lorenzo “Lori” Colussi (nella foto la consegna).
La tre giorni di festa si era aperta venerdì con il taglio del nastro della mostra dedicata all’emigrazione friulana alla fine del 1800, ospitata nel palazzo di Toppo Wasserman. L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Craf, è composta da una cinquantina di immagini antecedenti il 1914 in cui sono ritratti gli emigranti friulani che hanno scelto di espatriare ai quattro angoli degli Imperi Centrali: in Austria, in Boemia, in Ungheria e in Germania. Presenti inoltre alcuni oggetti e attrezzi prestati dalla Somsi di Lestans, che venivano utilizzati dai nostri emigranti nell’ambito delle loro attività professionali.
Settentasei anni, nato a Città del Capo da genitori originari di Casarsa, dopo aver assolto gli obblighi scolastici, completa gli studi nel 1960 con il conseguimento del diploma di geometra. Nel corso della sua attività professionale acquisisce diverse conoscenze tra cui quella di valutatore dei materiali e manodopera per le costruzioni, specialista in economia di costruzione e proprietà ed anche nei criteri di progettazione finanziaria. Nel suo curriculum annovera anche la carica di presidente del South African Property Owners’ Association nonché membro scelto del Royal Institution of Chartered Surveyors ossia l’istituto superiore dei revisori del Regno Unito. Come membro attivo dei friulani e italiani in Sud Africa, ha indossato la fascia di capitano della squadra di calcio formata da nostri connazionali a Cape Town per diversi anni. Sua inoltre l’idea e la partecipazione nella costituzione del Club Italiano di Cape Town, mentre in qualità di presidente del Segretariato Efasce di Città del Capo ha ospitato nel 2006 i rappresentanti dell’Ente dei corregionali per favorire e organizzare incontri con la comunità degli emigranti di quella zona del mondo. Tra le autorità presenti anche il sindaco di Travesio Diego Franz, la collega del Comune di Casarsa Lavinia Clarotto e il consigliere regionale Armando Zecchinon.
Dal palco dell’auditorium di Travesio, dove ha ricevuto il premio, Colussi ha spronato l’Efasce affinchè dedichi maggiore attenzione ai giovani residenti all’estero. “A loro – ha detto – è giunto il momento di passare il testimone dell’attività svolta dai segretariati, ossia i circoli che radunano i nostri corregionali nei diversi Paesi del mondo”. Nella giornata di oggi, al termine della messa officiata nella pieve di San Pietro dal Vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini, un ulteriore riconoscimento è stato consegnato a don Vitaliano Papais. Parroco originario di S. Vito al Tagliamento e da una trentina d’anni residente in Canada, a lui è stata consegnata una pergamena per i 50 anni di servizio sacerdotale. Infine il presidente dell’Efasce Michele Bernardon ha annunciato altri due importanti iniziative conclusesi proprio nei due giorni del raduno e che vede come protagonisti due segretariati all’estero. Il primo ha a che fare con il Comune rumeno di Greci, amministrato da un sindaco discendente da un famiglia della frazione di Poffabro, la città di Philadelphia dove è attiva una folta comunità originaria di Frisanco e l’amministrazione del comune pordenonese. Tra di loro sono state gettate le basi per la nascita di un gemellaggio tra le tre comunità. Lo stesso è avvenuto tra il sindaco di Caneva e il segretariato Efasce del Brasile, dal momento che a Fagundes Varela si trova una folta comunità originaria di questa zona del Friuli Occidentale.