Il cuore è pronto per la 93esima adunata nazionale delle Penne nere in corso a Rimini-San Marino. Sarà la prima dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, ma il pensiero dei friulani è concentrato sull’enorme lavoro necessario per organizzare l’adunata nazionale prevista nel 2023 a Udine dall’11 al 14 maggio. Sarà la quinta adunata nazionale nella capitale del Friuli dopo quelle del 1925, 1974, 1983 e 1996.
Dante Soravito De Franceschi, presidente della Sezione Ana di Udine, quando gli chiediamo se le penne nere friulane si siano già rimboccate le maniche risponde sorridendo che non le hanno mai tirate giù, anche perché il lavoro da fare è moltissimo. Quanto alla partecipazione all’appuntamento di Rimini i segnali raccolti sono frammentari. “Non ho dati a disposizione come avveniva in passato – spiega il presidente -. Ci sarà molta partecipazione, ma i friulani andranno a Rimini alla spicciolata”.
Si fatica a tornare ai grandi eventi dopo due anni di pandemia? “Un po’ di timore rimane e le persone, specialmente chi ha una certa età, hanno un po’ di timore nel recarsi dove ci sono assembramenti. Saremo a Rimini e saremo ben presenti, ma avverto un entusiasmo minore rispetto al passato. Si tratta di una semplice sensazione che spero si riveli errata perché un’adunata è sempre un evento irripetibile, anche in termini di incontro tra persone che non si vedono da tempo. Ecco, Rimini spero sia l’adunata della rinascita: se ci chiudessimo in noi stessi la pandemia continuerebbe. In quell’occasione la Sezione bolognese-romagnola ci passerà la “Stecca” al termine dell’evento, vero e proprio passaggio di testimone nel segno della continuità. Sarà un momento molto significativo per noi perché sancirà l’inizio ufficiale del lavoro per l’adunata a Udine”.
Vi siete già rimboccati le maniche in vista di Udine? “Non le abbiamo mai tirate giù: abbiamo sempre lavorato, anche se la pandemia ha provocato un inevitabile rallentamento. Aspettiamo ora la commissione nazional,e che ci ha già fatto visita due volte, e che per ora è sempre rimasta soddisfatta. Siamo a buon punto e non ci dovrebbero essere problemi”.
Anche voi patite per il progressivo invecchiamento degli iscritti? “L’Ana vanta ancora 340mila associati. Certo quella dei volontari è una questione alla quale i vertici nazionali stanno dedicando attenzione. Nel caso della sezione Ana di Udine, scontiamo la mancata chiamata a causa del sisma. Mancano dunque i sessantenni, che pure dovrebbero essere tra gli associati capaci di darci il cambio. In compenso abbiamo una schiera di giovani cinquantenni, ma tra loro e i settantenni manca un’intera generazione e questo rappresenta un grosso problema”.
I problemi più ricorrenti nell’organizzare un’adunata nazionale? “Sicuramente quelliv causati dalla burocrazia. E questo vale non solo per l’adunata, ma per tutte le attività che svolgiamo quotidianamente. Compiliamo carte su carte e tempi di attesa molto lunghi per poter avere una semplice autorizzazione che magari stravolge i nostri progetti alla fine pesa non poco”.
Quanta gente sta già lavorando alla preparazione dell’adunata di Udine? “Nella commissione che lavora da tempo all’organizzazione, presieduta da Franco Defend, operano trenta persone, ciascuna con le proprie specializzazioni. Alla fine, quando si svolge l’evento, coinvolti saranno all’incirca tremila volontari. Per lo meno questa è il numero di volontari che ci servono”.
Sono numeri importanti. Riuscirete a trovarli tanti volontari? “Stiamo lavorando molto sull’ospitalità diffusa. Anziché concentrare tutti a Udine, puntiamo a sparpagliare gli ospiti nel raggio di trenta chilometri, coinvolgendo le realtà locali che si tratti dei nostri Gruppi, delle associazioni o delle amministrazioni comunali, con lo scopo dichiarato di far conoscere Il Friuli. Tutti gli eventi di contorno organizzati sul territorio alleggeriranno il carico di lavoro a Udine. Conto comunque di non avere eccessivi problemi di disponibilità dei volontari. Ora l’adunata appare ancora lontana, ma come sempre avviene assisteremo a un crescendo e i volontari di certo non si tireranno indietro. Nel caso di Udine teniamo conto che moltissime penne nere hanno prestato servizio in Friuli e vorranno mostrare ai loro cari i luoghi della loro gioventù. Ecco è proprio questa la nostra speranza: vedere gli alpini assieme alle loro famiglie perché si tratta di una festa di popolo. Inoltre, far conoscere il nostro territorio e le sue peculiarità è molto importante: l’adunata in tal senso è uno strumento di promozione del territorio incredibile e per questo cerchiamo di coinvolgere tutti quanti. Un’adunata di successo rappresenta in tal senso un grande investimento per questa regione”.
Dopo due anni di Covid e visto cosa accade in Ucraina, il messaggio lanciato a Rimini e il prossimo anno a Udine quale potrebbe essere? “Tutti speriamo che nel 2023 la pandemia sia un ricordo e lo stesso vale per la guerra. A Rimini credo che il messaggio fondamentale sarà la richiesta a gran voce che torni la pace e che le armi tacciano immediatamente. Spero sia dunque un’adunata improntata alla pace”.