È probabile che di storie, quando si parla con i volontari della Protezione civile, ce ne siano moltissime. Eppure ci è sembrato davvero particolare trovare, all’interno del gruppo comunale di Majano, coordinato da Flaviano Mamolo, – che si è prestato per permetterci di realizzare l’immagine di copertina, ma grande disponibilità l’abbiamo trovata anche nell’ufficio stampa della Protezione civile regionale, che ha messo a disposizione molte immagini – quelli che sono probabilmente matricola e decani dei volontari. Alla prima abbiamo dedicato un servizio nella pagina precedente, mentre ora parliamo di Arrigo Natolini e della moglie Marcellina Patat, tutti e due in servizio come volontari rispettivamente da 31 e 28 anni. Una coppia inossidabile intervenuta negli eventi più disastrosi in regione e in Italia. Ci ha colpito molto il differente approccio dei due coniugi: lui pronto a intervenire in qualsiasi caso e a qualsiasi costo, lei più riflessiva, ma con un cipiglio tale da lasciar intendere che quando entra in azione non si risparmia. Una differenza evidente proprio quando Marcellina parla dei primi giorni dell’emergenza Covid: “Per due settimane non ne ho voluto sentir parlare di mettere il naso fuori, ero terrorizzata, mentre lui – ci ha raccontato la volontaria volgendo un’occhiata non proprio bonaria al marito, sempre sorridente – ha indossato la divisa ed è partito subito. Poi ho trovato il coraggio di affrontare l’emergenza e con un collega sono andata a fare la spesa per due anziani. E da quella volta non mi sono mai fermata”.
Arrigo annuisce e poi aggiunge un po’ sconsolato: “All’inizio ho avuto l’impressione che fossero riemersi i valori che ci hanno reso forti all’epoca del terremoto, ma oggi ho l’impressione che tutto stia tornando come prima”.
Eppure Marcellina e Arrigo, con quella divisa addosso, sono i primi a raccontare che quei valori ci sono ancora, eccome.