Il mondo delle associazioni è stato duramente colpito in questo anno e mezzo di pandemia. Tutte le manifestazioni sono state bloccate, sospese e rimandate, azzerando i ritorni economici e le ricadute anche sul nostro territorio. Adesso che il Friuli-Venezia Giulia è in zona bianca la ripartenza è possibile ed è stata avviata in molti casi. La molla che fa la differenza è la volontà e nel caso dei volontari, la maggior parte delle persone che fanno parte di associazioni, appunto, e comitati non si può dire che non abbiamo avuto forza in questa pandemia.
Per capire quali sono state le perdite più grandi e quale il segreto per rialzarsi abbiamo interpellato esempi importanti per la nostra regione, dai donatori di sangue alle Pro Loco, agli alpini, alle società sportive del Coni. Per tutti la perdita più grave è stata l’impossibilità di ritrovarsi, condividere progetti, pensieri, ma anche semplicemente momenti conviviali, che si sono potuti tenere solo a distanza. Anche in questo caso a soffrire di più sono stati i giovani che a distanza hanno potuto seguire le lezioni, ma di certo non fare sport e condividere le passioni coi propri coetanei. E l’isolamento forzato ha avuto effetti devastanti in troppi casi, basti pensare alle risse che si sono verificate ultimamente.
Più forti sono stati gli alpini, forse anche perché più maturi e preparati ad attraversare pandemie ben peggiori del Covid. Anche loro hanno sofferto la mancanza di socialità, ma ‘si sono tenuti duri’, come ha spiegato il presidente nazionale. Hanno mantenuto la loro vocazione e la capacità di donare se stessi agli altri i donatori di sangue che anche durante la pandemia hanno continuato la loro fondamentale missione.
Non soltanto i più adulti, ma anche gli studenti che hanno promosso il valore del dono tra i coetanei anche a distanza. Un insegnamento che può venire da questo momento difficile è la capacità di condividere. Le Pro Loco forniscono un importante servizio di aiuto e consulenza a tutte le associazioni grazie allo sportello Sos eventi. Il Centro servizi volontariato ha aperto in piena emergenza il portale Gluo, nato per unire le risorse e scambiarle secondo l’economia del dono e della reciprocità.
IL COVID NON HA BLOCCATO IL DONO – Nonostante la pandemia, i volontari dell’Associazione friulana donatori di sangue (Afds) non hanno perso la loro generosità. Nel 2020 ci sono state 37.000 donazioni, soltanto il 2% in meno rispetto al pre-Covid. I donatori hanno compreso che negli ospedali già in crisi a causa del virus non poteva mancare anche il sangue. Quanti sono gli iscritti?
“L’Afds – spiega il presidente Roberto Flora – conta 200 sezioni per 53.000 iscritti, di cui i donatori attivi sono 30mila. Siamo l’associazione più numerosa, basti pensare che la Protezione civile ha ‘solo’ 16.000 volontari”.
Cosa è mancato di più in questo anno e mezzo?
“Accanto all’importanza del gesto del dono è fondamentale la socialità, il potersi incontrare di persona. Anche l’attività nelle singole sezioni è venuta meno e organizzare qualsiasi manifestazione è diventato molto complesso”.
La cultura del dono era diffusa anche nelle scuole, tra i giovani. E’ stato perso questo?
“In realtà è stato un miracolo che durante la didattica a distanza la sezione Zanon-Deganutti sia riuscita comunque a promuovere il dono tra gli studenti col risultato che, lo scorso anno, sono state registrate soltanto quattro donazioni in meno rispetto all’anno precedente. Il problema è che i giovani scappano perché dopo la scuola superiore, a causa dei nuovi impegni di studio o di lavoro, non donano più. Per fortuna ci sono anche volontari che continuano a donare anche se si trasferiscono in un altro Paese e lo fanno nelle sezioni all’estero, portando la generosità friulana e i nostri valori fuori dai confini regionali”.
SEMPRE AL LAVORO PER GLI ALTRI – Gli Alpini non si sono fermati neanche di fronte al Covid e hanno continuato a svolgere la loro funzione di aiuto e sostegno sia alle amministrazioni comunali, sia alle associazioni di volontariato, sia alla Protezione civile.
“Il Friuli-Venezia Giulia – spiega il presidente dell’Ana di Udine, Dante Soravito de Franceschi – conta otto sezioni divise in 115 gruppi. La mia sezione, per esempio ha 10.310 associati. Non tutte le sezioni sono altrettanto numerose. Purtroppo, la pandemia ha portato via molti amici, sia per la vechiaia- bisogna ricordare che si può morire anche per l’età avanzata -, sia per il virus, sia per altre patologie. Nessuno per disamore. Ci siamo tenuti duri e siamo andati avanti”.
Alcune attività di socializzazione sono già ripartite.
“Fino a poco tempo fa potevamo vederci soltanto a distanza e si potevano svolgere alcuni compiti, diciamo così, in smart-working. Adesso, però, abbiamo potuto organizzare già alcuni eventi in formato ridotto, ovviamente. Si può dire che sono stati ridotti all’osso. Ma noi ci teniamo sempre ad agire in totale sicurezza. Adesso vediamo la fine del tunnel e sono sicuro che andrà sempre meglio”.
Un gesto risulta però fondamentale.
“E’ importante che tutti si vaccinino, a partire dai medici e dagli infermieri. Solo se tutti si vaccineranno verremo fuori da questo inferno. Non è possibile che chi ha giurato di salvaguardare la salute altrui non lo faccia per primo. Non è solo questione di dare il buon esempio. Fosse per me, li radierei dall’ordine”.
LA ZONA BIANCA FA LA DIFFERENZA – “É stato un anno e mezzo difficile. Abbiamo dovuto annullare tutte le iniziative che avevamo programmato. Ma adesso che siamo in zona bianca guardiamo con fiducia al futuro e ci auguriamo che la prossima sia un’estate migliore di quella del 2020”.
Con queste parole Valter Pezzarini, presidente del Comitato regionale Unpli, rassicura sui prossimi eventi previsti a partire da fine giugno. Salvo imprevisti. Cosa ha in cantiere il sistema delle Pro Loco?
“E’ tutto pronto per la Fiera regionale dei Vini di Buttrio, che si terrà già il 19 e 20 giugno. Non mancherà il Festival di Majano che si terrà tra luglio e agosto. La Sagra del Vino di Casarsa è stata spostata all’estate, con eventi diffusi ogni weekend. Come da tradizione ci sarà anche la Sagra dei Osei di Sacile a settembre e già il 20 giugno la Fiera primaverile degli uccelli. Inoltre, tante Pro Loco medio-piccole confermano le escursioni”.
Quante sono le Pro Loco in regione?
“I dati dello studio della Cgia di Mestre, elaborati nel 2019, vedevano in Fvg 220 Pro Loco con 23mila soci che sono tutti volontari attivi. Sono 800 le sagre e fiere e 600 gli altri eventi per un totale di 1.400 appuntamenti organizzati dalle Pro Loco che richiamavano un milione di partecipanti. La ricaduta economica era di 200milioni di euro l’anno, ovvero il 10% del valore totale nazionale (2,1 miliardi di euro)”.
Quest’anno è stato più facile organizzare le manifestazioni?
“Sicuramente, dato che le regole da seguire sono le stesse dello scorso anno. Nonostante tutta la necessaria cautela, potremo finalmente riprendere l’attività. Sarà però fondamentale rimanere in zona bianca, altrimenti gli sforzi organizzativi dei volontari diventeranno inutili”.
SERVIZI ONLINE PER RESISTERE – L a pandemia ha fatto emergere nuove emergenze sociali. Nel corso del 2020 il Centro servizi volontariato del Fvg, che comprende 2.600 associazioni iscritte al registro unico del Terzo settore, ha promosso un questionario nei 18 Coordinamenti territoriali d’ambito, per conoscere i nuovi bisogni percepiti da volontari ed enti. “E’ emerso – spiega il direttore del Csv, Federico Coan – che i bisogni prioritari sono diventati, oltre alla povertà e al disagio sociale e psicologico, anche dei nuclei familiari, la mancanza di relazioni e la povertà educativa. Rispetto al mondo del volontariato, la mancanza di partecipazione, di socialità, della possibilità di organizzare eventi, di proseguire con la propria attività, ha creato disorientamento e perdita di motivazione. Il 60% degli enti, infatti, ha sospeso ogni attività, il restante ha proseguito, rimodulandola, dedicandosi alla cura delle proprie relazioni e a compiti amministrativi”.
Anche il Csv si è dovuto reiventare, trasformando i propri servizi di promozione, consulenza, formazione e comunicazione in appuntamenti erogati a distanza. Nel 2020 il Csv Fvg ha servito quasi 1.600 associazioni e oltre 1.600 volontari singoli. I servizi erogati sono stati 9.300 mentre nel 2019, in era pre-Covid, i servizi si sono fermati a 6.260 (+49%).
“Abbiamo dovuto svolgere – spiega il direttore – tutto on-line e in smart working, risparmiando, di contro, tempo e denaro e raggiungendo una fascia di utenti, ad esempio i residenti delle zone di montagna, che difficilmente avrebbero potuto partecipare ad attività in presenza”.
Il Csv Fvg vuol anche far capire alle associazioni che l’unione fa la forza.
“Inutile – conclude Ioan – che strumenti tecnologici e attrezzature, patrimonio della ‘community regionale del volontariato’, magari acquistati dalle associazioni anche grazie a contributi regionali, restino poco utilizzati. Meglio condividerli grazie anche a Gluo, la piattaforma collaborativa partita proprio durante il lock-down per scambiare servizi gratuiti tra associazioni. Per esempio, parlando di risorse condivise, abbiamo formato già 600 volontari a costo zero, grazie alla condivisione di corsi e seminari, offerti da enti di Terzo settore sia del Fvg, sia del territorio nazionale”.
SPORT GIOVANILE AL VERDE IN CERCA DI NUOVI TESSERATI – Durante la pandemia lo sport è stato particolarmente penalizzato. Piscine, palestre e tutti gli sport di squadra si sono dovuti fermare. Un duro colpo per Giorgio Brandolin, presidente del Coni Fvg.
“Nella prima fase, il compito del Comitato – spiega Brandolin – è stato quello di fornire tutte le informazioni corrette e visto che lo scorso anno, da marzo a giugno, non si è potuto fare sport dovevamo anche bloccare chi voleva ‘sgattaiolare’. Al momento della ripartenza abbiamo dato anche una mano a tagliare l’erba nei campi di calcio. Adesso la riapertura è quasi completa. Sono ripartiti anche i campionati giovanili e abbiamo potuto organizzare gradi eventi come il Giro d’Italia. Ovviamente, seguendo sempre tutte le regole”.
Stato e Regione hanno aiutato la ripartenza col Decreto Ristori.
“Noi abbiamo avuto 4 milioni di euro e abbiamo utilizzato i primi 2 milioni, per sanificare gli impianti sportivi – continua Brandolin -. Siamo stati gli unici a farlo in Italia. Abbiamo acquistato anche macchinari ad hoc, che rimarranno per il futuro. A fine anno i soldi saranno finiti, ma le macchine resteranno”.
In regione il Coni conta 3.100 società affiliate, 150mila tesserati e 30mila dirigenti.
“Il 95% sono ex sportivi che lavorano gratis, per passione. Quello ce ci ha pesato di più – conclude il presidente – è stato veder ripartire subito la serie A, mentre i campionati giovanili sono rimasti fermi. I giovani sono stati penalizzati due volte, oltre alla chiusura delle scuole. Ovviamente, studiare è più importante, ma anche fare sport, oltre alla salute, aiuta a socializzare e a non perdere tempo davanti al computer, o facendo risse per strada, come è successo. Per questo chiedo ai genitori di tesserare i figli, aiutandoli a crescere più sani, ma anche sostenendo le società che hanno passato momenti difficili”