La Santa Messa del mercoledì delle Ceneri è stata trasmessa in diretta da Telefriuli e da Radio Spazio per permettere ai fedeli di vivere per quanto possibile, un’unità spirituale di preghiera attorno alla Mensa Eucaristica anche in tempi di straordinaria contingenza legata all’emergenza Coronavirus. Di seguito il testo integrale dell’omelia che l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato.
Cari Fratelli e Sorelle,
iniziamo il tempo sacro della Quaresima mentre tutti i mezzi di comunicazione parlano quasi di un unico argomento: il contagio provocato dal coronavirus. È un nemico così piccolo da essere invisibile e così potente da condizionarci tutti; ci impedisce anche di riunirci nelle nostre chiese per partecipare alla Santa Messa, ai funerali dei nostri cari e agli altri momenti di preghiera comunitaria. L’attenzione di tutti è concentrata nella ricerca di modi efficaci per difenderci fisicamente da questo virus; anche le nostre autorità stanno facendo del loro meglio per la salute pubblica. Tutto questo è doveroso e viene spontaneo farlo.
Oltre ai provvedimenti di prevenzione, come vivere dentro questa improvvisa minaccia alla salute e alla serenità della nostra vita personale e sociale? Certamente non serve farsi prendere dal panico o accumulare riserve alimentari o di altro genere.
Vorrei, piuttosto, suggerire di vedere questo virus come un invito a fermarsi e a pensare alla vita che stiamo portando avanti. Anche la Quaresima, che iniziamo oggi, è un invito a fermare un po’ la nostra mente e fare un esame di coscienza su noi stessi e su come stiamo vivendo.
Offro un piccolo spunto di riflessione su cui anch’io mi sono soffermato.
Il coronavirus è invisibile ai nostri sensi e ci vogliono analisi accurate per riconoscerlo. Eppure è un male reale che può annidarsi dentro il nostro corpo e ammalarlo e, inoltre, diffondere il nostro male anche sulle persone vicine.
Pensando a come questo virus attacca il corpo, la mia attenzione è stata attirata su altri vi-rus, altrettanto reali, che, però, ammalano l’anima. Essi si annidano silenziosamente dentro al nostro cuore. Sono invisibili agli altri perché nessuno da fuori vede i pensieri e i sentimenti che coviamo dentro di noi. Spesso sono invisibili anche a noi stessi se non troviamo il tempo e il modo di fare un esame serio di ciò che si muove dentro la nostra coscienza. Questi virus dell’anima si chiamano, ad esempio: orgoglio, avarizia, lussuria, ira, invidia, accidia, mancanza di fede, di speranza, ecc.
Sembra quasi che non ci siano in noi e che non serva dare loro attenzione perché è più importante correre per cose più urgenti. Essi, invece, si annidano silenziosi dentro il cuore e un po’ alla volta lo ammalano. Generano in noi come una febbre spirituale che si manifesta come malessere, scontentezza, male di vivere. E ci rendono contagiosi verso le persone che ci stanno vicino su cui riversiamo i malesseri del nostro cuore.
Il profeta Gioele, nella prima lettura della Sacra Scrittura che abbiamo ascoltato, ci indica la cura contro questi virus dell’anima. Invita a fare un intervento chirurgico spirituale: “Laceratevi il cuore!”. Seguiamo questa terapia spirituale che ci farà tanto bene anche in questo momento di ansia e preoccupazione diffusa.
Fermiamoci a riflettere a noi stessi e con il bisturi dell’esame di coscienza apriamo il nostro cuore per riconoscere i virus più pericolosi che contiene. Ne ho nominati alcuni e ognuno può chiamare per nome quelli che cova in sé. Nel cuore aperto facciamo, poi, entrare una medicina salutare che è lo Spirito del Signore. Lo Spirito Santo penetra nel nostro animo attraverso la preghiera. Appena sarà possibile torniamo nelle nostre chiese per pregare personalmente e assieme. Il nostro cuore guarirà; crescerà una bella serenità dentro di noi. La diffonderemo attorno alle persone più vicine e più care. Buon cammino di Quaresima.