Pare che qualcosa si stia muovendo in viale San Marco a Monfalcone per definire la ristrutturazione e la riapertura di quelli che erano gli spazi dell’ex Oviesse, già ex Standa di prorietà della società Fadalti. Risolto il contenzioso che gravava sull’immobile e ottenuto il dissequestro, ieri mattina si sono notate attività di pulizia della struttura. “Non era più possibile convivere con la sporcizia e i rifiuti che si erano accumulati tra la grate delle serrande, sui gradini e i marciapiedi davanti al grande spazio commerciale, inattivo ormai da oltre sette anni. Abbiamo quindi sollecitato ufficialmente la proprietà a procedere alla pulizia – ha detto il sindaco Anna Cisint – anche perchè in centro città non può esserci un punto di tale degrado”. e ieri mattina infatti una ditta di pulizia, incaricata dalla Fadalti, ha proceduto alla rimozione dei rifiuti e alla pulizia delle grandi vetrate, “dove abbiamo proposto – spiega l’assessore al Commercio Luca Fasan – che in attesa di capire come potrà essere riutilizzato l’immobile, vengano collocate delle vetrofanie di paesaggi e la scritta work in progress”. In effetti qualcosa potrebbe muoversi davvero, visto che ci sono contatti concreti con attività impreditoriali che intendono investire nell’area. Sarebbe confermato anche l’interesse di utilizzo di parte degli spazi anche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
“Nel frattempo – ha specificato il sindaco – vigileremo perchè la pulizia sia costante. Faremo dei controlli ogni 15 giorni”. Già nel corso dell’estate comunque il geometra Fulvio Calligaris era stato chiamato Fadalti, per la stesura del progetto di riqualificazione e Calligaris ha proposto la creazione di un mini centro commerciale con uno “spacchettamento” delle attività e la creazione di uno spazio complessivo in cui ricavare una decina di fori commerciali, compreso un piccolo punto di ristorazione o bar, tutti indipendenti e collegati da una galleria. Oltre a una serie di parcheggi da ricavare attorno. Non pochi i problemi che hanno interessato l’area. In primis il contenzioso che aveva portato, nel 2012, al “sequestro convenzionale” dell’immobile con la nomina di un custode del bene. Nel 2015, invece, era stato il Comune a emettere un’ordinanza di inagibilità dei locali dopo il sopralluogo di verifica effettuato dal Nucleo di igiene urbana e ambientale dell’Azienda sanitaria. Poi, due anni dopo, nel 2017, il crollo dell’insegna dell’ex Oviesse, che solo per fortuna non aveva provocato ferimenti.