Perché le aziende fanno tanta fatica a trovare laureati in materie tecnico-scientifiche? Per quale motivo molti giovani scelgono quelle umanistiche o peggio si fermano prima entrando a far parte dalla schiera dei lavoratori precoci? Sono alcuni dei quesiti ai quali tenta di offrire una spiegazione l’interessante studio condotto dall’Istituto di ricerca Swg, commissionato dalla Regione. Che le aziende più strutturate fatichino a trovare giovani laureati era noto, ma sulle cause il dibattito era aperto.
A farle emergere ci ha pensato l’indagine “Percorsi Stem” sull’istruzione in ambito tecnico-scientifico (espressa con l’acronimo Stem) in Fvg che ha coinvolto oltre a 10 tra imprenditori e reclutatori, scelti in altrettante importanti aziende regionali, interviste telefoniche a 900 giovani tra i 16 e i 34 anni, 800 genitori di figli tra 14 e 30 anni, 840 studenti di corsi di laurea in materia tecnico scientifiche.
Per comprendere le dimensioni del fenomeno SWG ricorda che solo il 30% dei laureati sono Stem e questo, nonostante il tasso di disoccupazione a distanza di un anno sia la metà rispetto ai laureati non Stem, mentre anche a livello di retribuzioni, i settori tecnico scientifici garantiscono redditi un po’ più alti a 3 e 5 anni di distanza. Un dato che balza evidente è che la scelta se proseguire gli studi e di cosa studiare è influenzato profondamente dallo status famigliare in termini di titolo di studio e di classe sociale dei genitori, perché tanto più elevati sono questi fattori, tanto più è probabile che un ragazzo intraprenda gli studi di discipline tecnico scientifiche.
Ancora la famiglia resta un elemento fondamentale quando si tratta di pregiudizi di genere che però sono molto diffusi anche tra i giovani: la stragrande maggioranza dei genitori ritiene che la meccanica, l’elettronica o la robotica siano più adatte agli uomini ma sono sostenuti in questa loro convinzione anche da donne under 35 e dai giovani. Concludiamo citando un altro tra i tanti dati emersi: dopo il diploma appena il 18% dei ragazzi imbocca un percorso tecnico-scientifico, ma ben il 15% di loro vive senza fare nulla e un altro 25% entra a far parte della schiera dei lavoratori precoci.