Cosa cerca il turista moderno in un viaggio? Secondo Maurizio Testa – fondatore di Artès, la prima “academy” italiana di turismo esperienziale – le parole chiave sono sicuramente unicità e autenticità, ma anche relazione: recenti dati forniti da Tripadvisor ci dicono che il 33% dei turisti – in pratica, un viaggiatore su tre – ormai non si accontenta più di visitare semplicemente una destinazione, ma vuole “viverla” attraverso esperienze emozionanti e autentiche che gli consentano di entrare attivamente in contatto con il territorio e i suoi abitanti.
Assecondare questi bisogni è un’opportunità per attrarre, coinvolgere e trattenere con più facilità un turista consapevole, che a livello nazionale oggi resta sul territorio, in media, soltanto tre giorni (contro i dieci della Francia, solo per fare un esempio). Si tratta, quindi, di un modo per assicurare al nostro immenso patrimonio paesaggistico, artistico e culturale una maggiore valorizzazione, in particolare se si guarda alle piccole “gemme” che si nascondono nei luoghi esterni ai circuiti di massa.
“Nell’ottica di potenziare l’attrattività del nostro territorio e la sua competitività nello scenario internazionale, Friuli Innovazione ha scelto di puntare con ATLAS su nuovi modelli di turismo che ruotano proprio attorno alla progettazione e all’offerta di esperienze, da concepire come vere e proprie storie disegnate attorno a una passione condivisa con il viaggiatore – spiega Fabio Feruglio, Direttore di Friuli Innovazione –. Non si tratta semplicemente di un modo alternativo per proporre i prodotti e i servizi turistici già esistenti, ma di un approccio innovativo al viaggio e alla conoscenza che si può fare di un territorio, trasformando il turista in un ‘consum-attore’ che non si limita a fruire, ma che entra da protagonista nella trama di una narrazione ad alto impatto emozionale.”
Nel turismo esperienziale, il focus si sposta infatti dal modello “story-telling” al modello “story-living”: il viaggiatore non è più soltanto il destinatario del racconto, ma contribuisce attivamente alla sua creazione, dando luogo a un’esperienza irripetibile e, per questo, profondamente coinvolgente.
Ed ecco che, per esempio, a Cividale del Friuli il viaggiatore può vestire i panni di un blogger che ha il compito di raccontare il territorio raccogliendo le storie affascinanti degli abitanti del luogo, tra un’incursione nel laboratorio dove si produce la gubana e una visita nella ferramenta più antica d’Italia. A Pordenone, invece, come aiutante di Nonna Marisa può girare per botteghe agroalimentari a caccia degli ingredienti necessari alla preparazione di un piatto-simbolo del territorio come il frico.
Sono molte le nuove proposte che stanno emergendo dal lavoro “sul campo” svolto grazie ai nuovi workshop organizzati da Friuli Innovazione nell’ambito del programma di formazione previsto dal progetto ATLAS.
Puntare sul turismo esperienziale è una scelta più che mai strategica, perché le destinazioni che per prime si aprono a questa nuova formula saranno capaci di servire un settore di mercato in forte crescita a livello internazionale. L’approccio è vincente anche perché non si rivolge soltanto al cliente finale, ma permette di coinvolgere tutti gli stakeholders del territorio – operatori turistici, cittadini, associazioni, pubblica amministrazione, imprese – che entrano nel processo generativo di un’offerta mirata a valorizzare il luogo e tutte le sue eccellenze.
Anche per questi motivi, il modello “storyliving” ha ottenuto l’importante riconoscimento del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) con la certificazione professionale dell’Operatore per il Turismo Esperienziale: una nuova figura specializzata nella creazione e nell’offerta di pacchetti ad alto valore relazionale, realizzati secondo un disciplinare di riferimento che ne garantisce struttura dei contenuti, qualità e sicurezza.