Sono stati 1.464 i viaggiatori che il primo giorno della Fase 2 sono saliti su uno dei 97 treni regionali (circa il 60% del volume di traffico normale) che hanno circolato in Friuli Venezia Giulia. Tra questi, anche Andrea Palese, portavoce dei Comitati pendolari del Fvg, che ha osservato con particolare attenzione la situazione. “Quello che salta agli occhi è l’applicazione delle prescrizioni riguardo alle modalità di accesso e permanenza a bordo – racconta -. Trenitalia e le Ferrovie Udine – Cividale stanno completando la marcatura dei sedili non utilizzabili; l’individuazione, soprattutto nelle stazioni principali, dei percorsi di entrata e di uscita per separare i flussi che saranno evidenziati a pavimento; l’installazione della segnaletica sulle porte da utilizzare per la discesa e la salita; la ripetizione delle regole anche con i messaggi audio e la presenza a bordo di dispenser con liquido igienizzante. Da parte dei viaggiatori ho personalmente visto la grande attenzione e responsabilità nell’uso della mascherina e nella distanza interpersonale. Persino ciò che mi rendeva più dubbioso, cioè l’uso dei sedili alternati, è stato subito applicato dai passeggeri”. Una rivoluzione culturale e dei comportamenti che sta pian piano rientrando tra le abitudini dei cittadini e che sarà fondamentale in tutta la Fase 2.
“Mediamente, sui treni del Fvg viaggiavano 20.000 persone al giorno, compresi gli studenti – prosegue Palese -. Oggi, con le scuole chiuse, è facile che sui mezzi ci sia posto per tutti i pendolari. Ma questa emergenza ci deve far riflettere sul prossimo futuro e far interrogare sull’organizzazione dei trasporti su rotaia. Prima del virus si parlava molto di ‘mobilità sostenibile’, che è anche quella di chi usa il treno. Ma lo deve poter fare in sicurezza e con vantaggio. Con le nuove regole ci saranno le condizioni per far viaggiare in treno tutti quelli che l’hanno utilizzato finora? Non basta dire ‘aumentiamo le corse’, perché non è detto che ci siano i mezzi, che le infrastrutture siano adeguate, che gli orari siano compatibili con i flussi maggiori. Su questo ultimo punto, per esempio, le aziende dovrebbero iniziare ad applicare orari più flessibili per l’ingresso e l’uscita dei dipendenti, in modo da non ricreare le ‘ore di punta’ in cui si muovono un gran numero di persone, altrimenti viaggiare in treno rispettando le norme sanitarie diventerà impossibile. Anche le società ferroviarie, però, dovranno adattare gli orari alle esigenze di lavoratori e studenti. Sono tutti interrogativi che dobbiamo porci per affrontare i prossimi mesi”.
Riguardo al recente passato, resta una questione sul tavolo. “Quella degli abbonati che non hanno sfruttato il servizio durante il lockdown – conclude Palese -. Però quella dei rimborsi è una decisione che spetta al Governo, per cui, al momento non si può avanzare nessuna richiesta”.