Caldo, stress e grande flusso turistico possono generare situazioni bizzarre e al limite del misterioso. Sono passati pochi giorni, infatti, da quando le operatrici dell’Ufficio turistico di Sappada hanno ricevuto un messaggio che è sembrato da subito insolito. Apparentemente conteneva la richiesta di affittare un appartamento nella località dolomitica per un anno intero.
“A Sappada di solito affittiamo case per la stagione, estiva o invernale”, spiegano dalla direzione dell’Ufficio turistico. “Le locazioni di un anno sono rare e i proprietari prima di accettare un contratto così prolungato vogliono essere sicuri delle persone cui affideranno la loro proprietà. Per questo motivo, appena giunta la richiesta, abbiamo ritenuto di chiamare al telefono la signora, per chiarire meglio i dettagli e indirizzare le ricerche”.
Quando l’operatrice ha richiamato il numero sconosciuto, all’altro capo del filo ha risposto la voce di una donna, presumibilmente di 40 anni, con un forte accento straniero, forse spagnolo, che ha specificato che l’affitto di 12 mesi sarebbe stato per due persone e che le sarebbe servito per richiedere la residenza nel comune montano.
L’operatrice si è stupita della necessità, ma la signora ha spiegato con naturalezza che la residenza “serve per ottenere il reddito di cittadinanza”. Una richiesta più che insolita, quindi, anzi, oltre il limite della legalità. Il reddito di cittadinanza è uno strumento che dovrebbe sostenere economicamente persone in difficoltà, aiutandole contemporaneamente a trovare un’occupazione.
Dalla sua introduzione, nel 2019, non ha mancato di suscitare polemiche soprattutto per la sua applicazione. Dubbi e perplessità non vanno confusi, però, con il rischio che alcuni cerchino di approfittarsi della possibilità di ottenere il sussidio pubblico, magari trasferendo la residenza in Italia in maniera poco limpida, come potrebbe essere successo nel caso in questione.
“La vicenda ci ha meravigliato molto – commentano le operatrici dell’Ufficio turistico – proprio perché non ci era mai capitata una cosa del genere prima d’ora. A Sappada, però, se qualcuno vuole provare a fare il furbo, non avrà vita tanto facile, perché la comunità ha anticorpi molto forti contro i possibili furbetti…”.